Trent'anni da Usl ad Asl, Fiaso '-40mila operatori dal 2010'
Trent'anni da Usl ad Asl, Fiaso '-40mila operatori dal 2010'

A questo si aggiunge l’incremento dell’età media del personale 

A fronte dei significativi miglioramenti registrati dal 1992, con la trasformazione delle Usl in Asl "a partire dal 2010, il personale ha subito un forte decremento pari al 5,6%, circa 40mila operatori". E' quanto emerge dall’indagine della Fiaso (la Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere) presentata oggi a Roma al ministero della Salute in occasione dell’anniversario dei 30 anni dalla nascita delle aziende sanitarie pubbliche.

"Si tratta - continua il report - di una conseguenza dei provvedimenti previsti dalla legge di bilancio 2010, che ha introdotto un tetto alla spesa per il personale pubblico, che unito al blocco del turnover e ai provvedimenti collegati alla gestione dei Piani di rientro, ha condotto alla situazione di debolezza evidenziata nel corso dell'emergenza pandemica: oltre 5mila medici in meno, quasi 11mila infermieri in meno, più di 23mila altri operatori sanitari in meno. In totale -40mila unità".

"A questo si aggiunge l’incremento dell’età media del personale, per cui più della metà dei medici del Ssn ha oggi più di 55 anni, la percentuale più elevata d’Europa, superiore di oltre 16 punti alla media Ocse", prosegue Fiaso.

"Soprattutto nei primissimi anni di attuazione" della legge 502 del 1992, "si registravano permanenze nell'incarico da direttore generale che non superavano i 12-14 mesi, elevato turnover dei manager e conseguenze prevedibili sulla loro possibilità di esercitare efficacemente il mandato - osserva l'indagine della Fiaso - Dal 2002, dall'avvio del secondo decennio della aziendalizzazione, il dato sembra essersi stabilizzato: i 3,6 anni di carica rilevati come dato medio nel 2021 rappresentano un orizzonte gestionale non particolarmente lungo, soprattutto in relazione alla portata potenziale di una pianificazione strategica, ma si avvicinano ai 4 anni della durata di molti incarichi di direzione generale da parte delle Regioni".

Una seconda questione riguarda il grado di professionalizzazione dei manager attuali. "Prendendo in considerazione il numero complessivo di anni di esercizio del mandato da direttore generale, e il numero di regioni nelle quali si è svolto l'incarico, secondo le ultime rilevazioni - prosegue l'indagine - quasi il 90% degli oltre 200 manager impegnati al momento in aziende territoriali, ospedaliere, Irccs e policlinici ha svolto il proprio incarico in una sola regione e solo il 14% ha una esperienza decennale nel ruolo. Quanto all'età, il valore medio nazionale è di 58 anni e 7 mesi, superiore (59 anni e 6 mesi) per chi dirige un'azienda ospedaliera".

Infine, sulle questioni di genere, la Fiaso ricorda i dati delle sue ultime rilevazione del 2022: "Il 22% dei ruoli di direzione generale è rivestito da donne, con un incremento del 3,8% rispetto all'anno precedente e un trend positivo costante nell'arco degli ultimi anni, che ha consentito di passare dal 14,4% del 2018 al dato attuale. Vale la pena di ricordare - conclude la Federazione - che le donne che ricoprivano incarichi di direzione generale erano solo il 3% nel 2002".

 


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