Sindacati medici Manifesto in 8 punti per rilancio Ssn
Sindacati medici Manifesto in 8 punti per rilancio Ssn

Serve chiaro impegno della politica in difesa del lavoro e del loro ruolo a garanzia di un diritto costituzionale dei cittadini 

"Un fronte comune per chiedere alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale un chiaro impegno in difesa del lavoro e del ruolo" dei medici del Servizio sanitario nazionale "a garanzia di un diritto costituzionale dei cittadini". Lo chiedono i sindacati dei medici riuniti nell'Intersindacale, in rappresentanza di 120mila medici, veterinari e sanitari dipendenti Ssn, con un Manifesto "per la nuova sanità" in 8 punti. "Tramontata la retorica - affermano - occorrono nuove risorse a loro dedicate, a partire dalla prossima Legge di Bilancio, e interventi legislativi che valorizzino il ruolo" dei camici bianchi.

Ecco di seguito gli 8 punti del manifesto:

1) Superare la politica dei tetti di spesa al personale; attuare forti politiche di assunzioni che recuperino i tagli del passato, escludendo il precariato, eterno e non contrattualizzato, come ci chiede la stessa Ue.

2) Migliorare le condizioni del lavoro nel Ssn in un sistema che privilegi i valori professionali rispetto a quelli economicistici e aziendali;

3) Riportare all’interno dell’inquadramento professionale del Ccnl della dirigenza del Ssn il reclutamento di personale medico e sanitario, che negli ultimi anni sta subendo una inaccettabile e regressiva sostituzione con prestazioni privatistiche acquistate a cottimo, con una distorsione evidente del mercato del lavoro.

4) Riformare lo stato giuridico della dirigenza medica e sanitaria, nel segno della dirigenza “speciale” delineato dall’articolo 15 del D.lgs 229 del 99 rafforzandone l’autonomia sia sotto il profilo professionale che gestionale, valorizzando la peculiarità della funzione svolta a tutela di un diritto costituzionale, anche attraverso forme di partecipazione ai modelli operativi.

E ancora: 5) Aumentare le retribuzioni, detassando gli incrementi contrattuali e il salario accessorio, come già avviene nella sanità privata e in alcune categorie del pubblico impiego come gli insegnanti; prevedere per il rischio contagio una apposita indennità; Abrogare il famigerato articolo 23, comma 2 del decreto 75 del 2017, cosiddetto 'Madia', che pone un tetto al salario accessorio.

6) Introdurre il contratto di formazione lavoro per i medici specializzandi (che si ricorda essere medici e sanitari già abilitati ad un esercizio professionale inquadrabile in un ruolo lavorativo dirigenziale e non studenti) e avviare un processo di riforma della formazione post-laurea, divenuta vera emergenza nazionale;

7) Completare la legge sulla responsabilità professionale con il passaggio ad un sistema “no fault” sul modello europeo, superando l’eccezionalità dello 'scudo Covid'.

8) Rispettare la tempistica e la esigibilità a livello periferico del Ccnl cambiando l’impianto della indennità di vacanza contrattuale.

 


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