Medici di famiglia cercansi, ne mancano 3.100 e 11.440 in pensione entro 2026
Medici di famiglia cercansi, ne mancano 3.100 e 11.440 in pensione entro 2026

L'analisi della Fondazione Gimbe, 'nelle regioni del Sud le nuove leve non basteranno a rimpiazzarli' 

Medici di famiglia in via di estinzione. Ne mancano oltre 3.100. Ed entro il 2026 ci saranno oltre 11.400 pensionamenti: nelle regioni del sud le nuove leve non basteranno a rimpiazzare i camici bianchi di base. Questo il quadro che emerge dalle analisi della Fondazione Gimbe che, dati alla mano, lancia l'allarme carenza. Già ora, evidenzia l'indagine, il 47,7% dei medici supera il limite di 1.500 assistiti: in forte crisi accessibilità e qualità dell’assistenza.

"L’allarme sulla carenza dei medici di medicina generale - evidenzia Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - oggi riguarda tutte le Regioni ed è frutto di un’inadeguata programmazione che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Così oggi spesso diventa un’impresa poter scegliere un Mmg vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, in particolare di anziani e fragili". I dati parlano chiaro. "Le nostre analisi - precisa - sono tuttavia condizionate da alcuni rilevanti ostacoli. Innanzitutto, i 21 differenti Accordi integrativi regionali introducono una grande variabilità nella distribuzione degli assistiti in carico ai Mmg e ciò può sovra o sotto-stimare il reale fabbisogno in relazione alla situazione locale. Inoltre, su carenze e fabbisogni è possibile effettuare solo una stima media regionale, perché la reale necessità di Mmg viene determinata da ciascuna Asl sugli ambiti territoriali di competenza. Infine, i dati ufficiali sugli assistiti in carico ai medici che stanno frequentando il Corso di formazione in medicina generale non sono pubblicamente disponibili".

"Desta non poche preoccupazioni - commenta Cartabellotta – la distribuzione anagrafica dei Mmg: nel 2022 il 72,5% dei medici in attività aveva oltre 27 anni di anzianità di laurea, con quasi tutte le Regioni del Centro-Sud sopra la media nazionale, anche in conseguenza di politiche sindacali che spesso non hanno favorito il ricambio generazionale". In particolare, nella maggior parte delle Regioni meridionali i dottori di famiglia con oltre 27 anni di laurea sono più di 3 su 4: Calabria (89,4%), Sicilia (81,7%), Campania (80,7%), Sardegna (79,7%), Molise (78,4%), Basilicata (78,3%), Puglia (78%). Secondo i dati forniti dalla Fimmg, tra il 2023 e il 2026 sono 11.439 gli Mmg che hanno compiuto o compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione, deroghe a parte: dai 21 della Valle D’Aosta ai 1.539 della Lombardia.

Per far fronte a questa situazione, il numero di borse di studio ministeriali destinate al Corso di formazione in Medicina generale, dopo un periodo di sostanziale stabilità (2014-2017) intorno a 1.000 borse annue, è aumentato raggiungendo un picco nel 2021 (4.332), per effetto delle risorse del Dl Calabria che negli anni 2019-2022 hanno finanziato ulteriori 3.277 borse, sia a quelle del Pnrr che negli anni 2021-2023 hanno finanziato 2.700 borse aggiuntive. "Solo attraverso finanziamenti straordinari dunque - chiosa Cartabellotta - è stato possibile coprire il costo delle borse di studio, peraltro non sufficienti a colmare il ricambio generazionale entro il 2026".

E veniamo ai numeri sulla carenza. I dati Sisac documentano una progressiva diminuzione dei medici di famiglia in attività: nel 2022 erano 37.860, ovvero 4.149 in meno rispetto al 2019 (-11%) con notevoli variabilità regionali: dal -34,2% della Sardegna al -4,7% del Molise. Sempre secondo i dati Sisac al primo gennaio dello scorso anno 37.860 Mmg avevano in carico oltre 51,2 milioni di assistiti. In termini assoluti, la media nazionale è di 1.353 assistiti per Mmg rispetto ai 1.307 del 2022: dai 1.090 della Basilicata si va ai 1.646 della Provincia Autonoma di Bolzano. "Lo scenario reale - avverte Cartabellotta - è molto più critico di quanto lascino trasparire i numeri: infatti, con questo livello di saturazione dei Mmg si compromette il principio della libera scelta. Di conseguenza, è spesso impossibile trovare la disponibilità di un medico vicino a casa, non solo nelle cosiddette aree desertificate - zone a bassa densità abitativa, condizioni geografiche disagiate, rurali e periferiche - dove i bandi per gli ambiti territoriali carenti vanno spesso deserti, ma anche nelle grandi città metropolitane".

La Fondazione Gimbe, "ritenendo accettabile un rapporto di 1 Mmg ogni 1.250 assistiti (valore medio tra il massimale di 1.500 e l’attuale rapporto ottimale di 1.000) e utilizzando le rilevazioni Sisa", stima, dunque, al primo gennaio 2023 una carenza di 3.114 Mmg, con situazioni più critiche nelle grandi Regioni del Nord: Lombardia (-1.237), Veneto (-609), Emilia Romagna (-418), Piemonte (-296), oltre che in Campania (-381). Tenendo conto dei pensionamenti attesi e del numero di borse di studio finanziate per il Corso di Formazione in Medicina Generale, è stata poi stimata la carenza di Mmg al 2026, anno in cui dovrebbe “decollare” la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr. Ebbene, nel 2026 il numero di medici di famiglia diminuirà di 135 unità rispetto al 2022, ma con nette differenze regionali. In particolare saranno tutte le Regioni del Sud (tranne il Molise) nel 2026 a scontare la maggior riduzione di Mmg: Campania (-384), Puglia (-175), Sicilia (-155), Calabria (-135), Abruzzo (-47), Basilicata (-35), Sardegna (-9,) oltre a Lazio (-231), Liguria (-36) e Friuli Venezia Giulia (-22).

 


Torna alle notizie di sanita / nazionale