Sanità Lombardia: Rossi, caos riforma e nessun medico famiglia fra 'saggi'

Presidente Ordine medici Milano e Snami regionale, servono proposte realizzabili 

Milano, 13 giu. (Adnkronos Salute) - Sulla riforma della sanità lombardia "abbiamo sentito molte idee e molto confuse. Anche gli stessi 'saggi'" guidati dall'oncologo Umberto Veronesi, nominati dalla Regione come consulenti per il cambiamento, "elaborano documenti di grande complessità che richiederebbero fondi ingenti per essere messi in pratica. Ma tra loro non c'è nessun medico di famiglia, nessun esperto di territorio". A segnalare il 'caos' fra proposte di segno diverso, e un dibattito "più simile a un incontro di boxe tra forze politiche che a un dialogo costruttivo per il bene dei pazienti", è Roberto Carlo Rossi, presidente dell'Ordine dei medici di Milano e di Snami Lombardia, in occasione del 3° Congresso regionale del Sindacato nazionale autonomo medici italiani, al via a Como.

Anche alla luce della collaborazione da parte di tutti gli attori sul campo, auspicata nelle ultime ore dal presidente lombardo Roberto Maroni che chiede "l'opinione di tutti gli interessati" e invita "chiunque abbia qualcosa da dire" a farsi avanti, il presidente dei medici di famiglia dello Snami regionale e dei 'camici bianchi' meneghini dice la sua: "Meglio sarebbe "produrre un paio di idee condivise, semplici e davvero realizzabili sulle quali confrontarci tutti insieme", dichiara all'Adnkronos Salute.

"La sanità lombarda sta attraversando un periodo di forti turbolenze", osserva. Gli ultimi scandali hanno fatto irruzione nel 'cantiere aperto' dell'annunciata riforma del sistema regionale, dove in poche parole "non ci stiamo capendo più niente. Abbiamo iniziato l'agosto scorso con la bozza di Fabio Rizzi" della Lega, "diversa da quella di Stefano Carugo" ex Pdl, ora Ncd. "Ora ci sono le linee annunciate da Maroni, che condurrebbero a un assessorato unico socio-sanitario. Poi ci sono le posizioni degli assessori alla Salute e al Welfare, Mario Mantovani e Cristina Cantù. E ancora c'è il documento dei saggi, che ci sembra contenga anche delle idee intelligenti, ma che necessiterebbero tutti di adeguati finanziamenti. Il loro lavoro rischia di restare lettera morta", teme Rossi. (segue)

 


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