Salute: caccia agli 'Hikikomori' italiani, isolati e web-dipendenti

Lo psichiatra, in cantiere ricerca su 15-29enni che non studiano e non lavorano 

Milano, 21 mar. (Adnkronos Salute) - In Giappone sono quelli della sindrome di Hikikomori, veri e propri 'eremiti' che perdono ogni contatto con la realtà. Un fenomeno "tipico di una cultura, quella nipponica, molto diversa dalla nostra", precisa Paolo Antonio Giovannelli, direttore dell'Esc Team, un gruppo specialistico nato a Milano per prendere in carico casi di web dipendenza. "Ma non è detto che in Italia non esistano fenomeni di isolamento sociale, magari associati con problematiche di web-dipendenza". Giovannelli e il suo team andrà a caccia proprio di quei 'reclusi' che, prigionieri della Rete, alzano barriere con il mondo reale difficili da abbattere. "Vogliamo capire quanti sono e inquadrare il fenomeno", spiega oggi durante il primo Congresso internazionale sugli 'Internet addiction disorders', in corso nel capoluogo lombardo.

"Possiamo imparare qualcosa dal confronto con il modello orientale - sottolinea - Indagheremo sui legami fra isolamento sociale e uso incongruo delle tecnologie. Sappiamo che in Italia 2,2 milioni di 15-29enni, i cosiddetti Neet (Not in education, employment or training), non studiano, non lavorano e non stanno neanche cercando un'occupazione. Vogliamo capire quanti di loro sono incapaci di uscire da un sistema di isolamento sociale, di perdita di speranza, che è alimentato in un circolo vizioso dalla web dipendenza". Sul tema è in cantiere una ricerca con Gfk Eurisko, "stiamo definendo le variabili da valutare e i risultati dovremmo averli entro fine anno".

Nell'era degli smartphone e di Internet a portata di mano, è più facile perdersi in un mondo virtuale. Ma per la presa in carico dei casi di dipendenza nel Belpaese "è ancora tutto da costruire", fa presente Giovannelli. Ci sono i servizi sul territorio, dai Serd ai Sert e ai Cps (Centri psicosociali). Alcuni ospedali si sono attrezzati, ma si contano sulla punta delle dita i centri specializzati. Ce n'è uno al Gemelli di Roma, il Polo per le new addictions di Bolzano, l'Esc Team a Milano con due sedi che in 3 anni hanno preso in carico un centinaio di persone e risposto alle richieste di formazione di altri 1.500 soggetti. (segue)

(Adnkronos Salute) - "Ci chiamano spesso da regioni molto lontane - racconta Giovannelli - non hanno grandi risorse economiche e non sanno a chi rivolgersi. Noi rispondiamo via mail e skype e li orientiamo sui servizi territoriali più vicini". Da una ricerca condotta lo scorso anno da Chiara Boroni , riabilitatrice psichiatrica e assistente alla direzione dell'Esc Team, è emerso che "l'incidenza della dipendenza da Internet è evidente in tutte le realtà territoriali, ma è di gran lunga superiore nelle Uonpia, che si occupano di ragazzi fino a 18 anni. Qui il 76% degli operatori ha avuto almeno un paziente con web-dipendenza".

L'esperta spiega che "ci sono alcuni fattori che predispongono di più alla web-dipendenza, una correlazione con il fatto di essere adolescenti e portatori di disturbi della personalità". La maggior parte degli operatori dei servizi territoriali, sempre secondo i primi dati dell'indagine che sarà pubblicata a breve, "dice di non avere percorsi terapeutici da offrire, non fa domande per indagare la problematica al momento dell'inquadramento diagnostico di un paziente. E il disturbo magari emerge dopo. Esistono invece questionari specifici che si possono somministrare", come quello in 8 punti messo a punto da un luminare del settore, la psicologa Kimberly Sue Young, presente oggi al congresso.

 


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