Chirurgia: Colletti, 'italiano' primo orecchio bionico a bimbo Usa nel 2005

13 anni fa prima operazione con tecnica messa a punto da medico veronese 

Roma, 21 giu. (Adnkronos Salute) - E' stato operato in Italia, nel 2005, il primo bambino statunitense a cui è stato impiantato l'orecchio bionico, con la tecnica 'made in Verona' messa a punto 13 anni fa dal chirurgo Vittorio Colletti, direttore dell'Unità operativa di otorinolaringoiatria del Policlinico della città veneta. Stupisce, quindi, la notizia circolata in queste ore sulla storia del bimbo americano, indicato come il primo paziente pediatrico statunitense ad essere stato sottoposto ad un impianto del 'tronco encefalico', come è tecnicamente definito l'intervento.

"In questi anni ho operato almeno 10 bimbi statunitensi", ha spiegato Colletti all'Adnkronos Salute ricordando che recentemente la Food and Drugs Administration, l'ente che regola le procedure sanitarie, ha approvato la sperimentazione negli Usa del metodo chirurgico da lui messo a punto. "Il collega Thomas Roland della New York University Medical Center - ha aggiunto Colletti - mi ha comunicato in un congresso a settembre di aver già eseguito un'operazione negli Usa". (segue)

(Adnkronos Salute) - Per questo il chirurgo si stupisce per l'eco della notizia, passata come una novità, sul piccolo Grayson Clamp, nato sordo e che ora può tornare a sentire grazie all'impianto tronco encefalico inventato da Colletti. "E' bizzarro - sottolinea - anche perché il primo intervento che ho eseguito su un bambino americano, nel 2005, è stato molto seguito dalla stampa d'oltreoceano. Si trattava del figlio di una campionessa di Bob e la televisione Abc ha voluto riprenderlo".

L'intervento messo a punto da Colletti 13 anni fa - oggi eseguito in tutto il mondo anche grazie ai corsi, a colleghi provenienti da ogni angolo del globo, tenuti a Verona dal 'papà dell'orecchio bionico' - permette di ridare l'udito, attraverso l'impianto di elettrodi nel cervello, ai bambini nati sordi perché non hanno la chiocciola (orecchio interno, elaboratore primo dei suoni) o il nervo acustico, per malformazioni o traumi. Una condizione che non può essere risolta con il classico impianto cocleare. Il problema congenito riguarda il 5 per mille dei bambini, ma dati statunitensi indicano che si tratta del 15% delle sordità gravi.

 


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