Sanità: reni malati per 5 mln italiani, ogni anno +10 mila in dialisi

Esperti a confronto al Politecnico di Milano su nuove sfide tecnologia 

Milano, 29 mag. (Adnkronos Salute) - Cinque milioni di italiani hanno i reni malati, e uno su 10 soffre di insufficienza renale moderata che, se non trattata, può portare alla dialisi. Oggi convivono con la terapia circa 50 mila connazionali, ma secondo un censimento della Società italiana di nefrologia (Sin), ogni anno si registrano 10 mila nuovi casi di pazienti che necessiterebbero di dialisi cronica. I dati sono stati ricordati questa mattina al Politecnico di Milano, in occasione di un convegno organizzato per celebrare i 100 anni dalla fondazione di Fresenius Medical Care, gruppo leader nel settore dei dispositivi e servizi dedicati al trattamento dell'insufficienza renale cronica. Un'emergenza in crescita in tutto il mondo, a causa dell'invecchiamento della popolazione e dell'esplosione delle malattie croniche. Si stima infatti che, entro il 2010, i malati renali allo stadio 'anticamera' della dialisi raddoppieranno da 1,2 a 2,5 milioni.

"A fronte del progressivo incremento dei pazienti che accedono al trattamento dialitico, con un conseguente aumento della spesa sanitaria e del costo sociale per il nostro Paese (stimato in circa il 3% sul totale della spesa sanitaria), è indispensabile una più efficace collaborazione tra ricerca universitaria e imprese biomediche per rendere disponibili innovazioni e nuove tecnologie. Solo così sarà possibile accrescere la qualità della terapia e gestire una rete territoriale regionale finanziariamente sostenibile". E' questo l'auspicio espresso durante l'incontro da rappresentanti del mondo accademico, operatori della sanità pubblica e privata lombarda, nefrologi e ricercatori.

"La tecnologia ha avuto un ruolo determinante nello sviluppo della terapia - sottolinea Aurelio Limido, presidente sezione lombarda Sin - ma la sostenibilità economica rappresenta la nuova sfida nella situazione economica attuale: migliorare i risultati del trattamento dialitico può ridurre i costi dell'insufficienza renale". Piergiorgio Messa, direttore dell'Uoc di nefrologia e dialisi della Fondazione Policlinico di Milano, osserva che "la tecnologia ha dato un apporto fondamentale, fornendo mezzi diagnostici e terapeutici efficaci nei vari stadi delle malattie renali. Ora è chiamata a dare risposte che possano ulteriormente soddisfare le crescenti aspettative di salute, rendendole compatibili con le risorse disponibili". Valentina Paris, presidente Aned (Associazione nazionale emodializzati), conferma il ruolo salvavia della tecnologia per i nefropatici, e ribadisce l'impegno di Aned per "le tutele sociali, il diritto all'informazione costante e partecipazione alla cura, il dovere per i malati di prendersi cura in prima persona della propria malattia e di adattare la vita alla dialisi e non viceversa". (segue)

(Adnkronos Salute) - Quartier generale a Bad Homburg, in Germania, Fresenius Medical Care porta il nome del fondatore che, nel 1912, ampliò il laboratorio della sua 'farmacia Hirsch', avviando la produzione di soluzioni di infusione e altri prodotti. Oggi il gruppo opera in 115 Paesi del mondo, e gestisce una rete di 3.180 centri dialisi con oltre 262 mila pazienti in trattamento.

"La ricerca italiana - sottolinea Emanuele Gatti, Ceo Europe, Middle East, Africa and Latin AmericaGlobal Chief Strategist di Fresenius Medical Care - ha sempre fornito in questo ambito contributi di eccellenza e ha sviluppato proficue collaborazioni tra mondo accademico, aziende sanitarie, operatori privati e associazionismo per la tutela dei diritti dei malati. Queste collaborazioni sono state in grado di spingere la leva dell'innovazione nella direzione di tecnologie sempre più avanzate, in grado di accrescere la qualità e le aspettative di vita dei pazienti". Testimonia Sergio Cerutti, del Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano: "Da oltre vent'anni collaboriamo fattivamente con Fresenius Medical Care nello sviluppo di tecnologie e sistemi di analisi dei parametri biologici per sviluppare terapie sostitutive della funzione renale sempre più personalizzate ed adeguate alle esigenze di cura dei pazienti".

"Gli attuali risultati - aggiunge Gatti - confermano la convinzione di Fresenius Medical Care sul fatto che l'emodiafiltrazione ad alti volumi sia la terapia più efficace e cardioprotettiva per i pazienti in dialisi con insufficienza renale allo stadio terminale". Durante i lavori sono stati ricordati i risultati di uno studio su oltre 900 pazienti, pubblicato sul 'Journal of American Society of Nefrology', secondo cui l'emofiltrazione ad alti volumi permette una riduzione della mortalità pari al 30%. "Questo è il motivo per cui Fresenius ha sviluppato prodotti per un trattamento cardioprotettivo, come per esempio la linea di prodotti CorDiax e la Online Purification Cascade per una migliore qualità dell'acqua utilizzata nel trattamento di questi pazienti", concluce il Ceo.

 


Torna alle notizie di medicina / nefrologia