Spesso la scoprono in gravidanza, aumenta pericolo gestosi 

Milano, 5 ott. (Adnkronos Salute) - La gioia di aspettare un bimbo, rovinata dalla notizia di avere qualcosa che non va ai reni. Accade a molte future mamme italiane, che proprio durante la gravidanza scoprono di soffrire di un danno renale lieve, ignoto fino a quel momento. Una sofferenza d'organo 'sommersa' che può aumentare anche del 50% la probabilità di gestosi, prima causa di mortalità per la madre e il bambino, di parto pretermine e ritardo di crescita nel 'pancione'. Il monito viene dagli esperti riuniti fino a domani a Milano per il 53esimo Congresso della Sin (Società italiana di nefrologia), che calcolano come nel nostro Paese ci siano quasi 100 mila potenziali mamme a rischio. "Oltre 190 mila donne in età fertile (29-39 anni) hanno un danno renale lieve, e di queste fino alla metà sono in pericolo di gestosi", spiega infatti Rosanna Coppo, presidente uscente della Sin.

Dal meeting dei nefrologi arrivano però anche buone notizie. La prima è la conferma di un trend già segnalato dalla Sin in marzo, in occasione della Giornata mondiale del rene. Sono sempre di più le 'mamme coraggio' che decidono di affrontare una gravidanza nonostante un'insufficienza renale cronica, dopo anni di dialisi e magari dopo un trapianto di rene. Ma la loro determinazione viene premiata, come confermano i risultati di uno studio condotto in 18 centri specialistici di tutta la Penisola, su 89 pazienti che hanno affrontato 101 gravidanze.

"I dati preliminari - sottolinea Coppo - evidenziano che le neomamme trapiantate partoriscono in media a 34 anni, dopo 2 anni di dialisi e a circa 4 dal trapianto". Il dato confortante è che "il 95% delle gravidanze è stato portato a termine. E benché nel 63% dei casi il bimbo nasca prematuro e con basso peso, la durata media della gestazione supera comunque gli 8 mesi e solo nel 5% dei casi il bambino nato pre-termine ha bisogno di cure intensive". (segue)