Sanità: capacità medici valutate come in piloti aereo, progetto Fadoi

Internisti studiano modello per misurare la preparazione nel corso della carriera 

Giardini Naxos, 13 mag. (Adnkronos Salute) - Valutare periodicamente le capacità e le compentenze dei medici, così come si fa per i piloti d'aereo, in modo da garantire la qualità professionale dei singoli, misurare la preparazione nel corso della carriera e indirizzare meglio l'aggiornamento a cui i camici bianchi sono obbligati. E' l'obiettivo di un progetto sulla competenza clinica, messo a punto dagli internisti della Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) che oggi, in occasione del congresso nazionale della federazione, in corso a Giardini Naxos (Messina) sarà sperimentato in diretta su 20 professionisti che si sottoporranno alla rivalutazione.

"Le competenze dei medici - spiega all'Adnkronos Salute Franco Berti, internista dell'ospedale San Camillo di Roma e uno degli ideatori del progetto - non possono essere date per acquisite una volta per tutte. Così come accade per i piloti d'aereo, serve una periodica certificazione, che noi immaginiamo quinquennale, per validare la preparazione di professionisti che hanno una enorme responsabilità rispetto alla salute e alla vita dei propri pazienti".

In medicina le informazioni acquisite nel percorso universitario 'invecchiano' rapidamente. E l'aggiornamento è più che una necessità, sancito anche dall'obbligo che i medici hanno, insieme agli altri professionisti della sanità, alla formazione continua. (segue)

(Adnkronos Salute) - "Oggi - spiega ancora Berti - non abbiamo strumenti di valutazione validati per misurare le competenze professionali di cui altri paesi si sono già dotati". Per questo i medici Fadoi hanno avviato lo studio per mettere a punto la nuova metodologia, mutuata dai sistemi usati per i piloti d'aereo ma anche quelli utilizzati a livello internazionale in sanità.

"Il lavoro del medico - aggiunge Berti - può essere valutato solo tenendo conto delle peculiarità della professione. Non si può infatti considerare solo le conoscenze teoriche, 'pesate' con questionari. I giovani appena usciti dalla formazione universitaria avrebbero sicuramente migliori risultati, pur non avendo magari competenze cliniche elevate. Serve dunque misurare anche le capacità pratiche. Per questo - conclude il medico - abbiamo pensato ad un sistema in tre fasi".

"La prima - spiega - al computer con un questionario ben calibrato. La seconda con un sistema informatico che simula un paziente reale, la terza con un 'manichino' evoluto interattivo che simula la risposta del paziente. La sperimentazione di questo sistema ci permetterà di avere uno strumento di misura di cui il Ssn potrà disporre, in futuro e come riterrà opportuno, per migliorare la qualità dei suoi professionisti e colmare eventuali buchi di conoscenze con un'adeguata formazione. Ma credo non si possa più prescindere da una ricertificazione periodica, cullandosi nell'idea che la competenza clinica venga acquisita una volta per sempre".

 


Torna alle notizie di medicina / medicinainterna