Medicina: studio italiano rivela, con tiroide 'in tilt' cambia la grafia

Ricadute anche legali, testamenti veri possono essere confusi per falsi 

Milano, 9 apr. (Adnkronos Salute) - Mostrami come scrivi e ti dirò se la tiroide è in salute. E' lo scenario che si apre grazie a uno studio dei ricercatori dell'università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, che hanno dimostrato come la grafia di una persona possa essere influenzata anche dal funzionamento della ghiandola a forma di papillon situata alla base del collo. Gli scienziati hanno scoperto che uno squilibrio degli ormoni tiroidei provoca dei cambiamenti nel modo di scrivere del paziente, e in particolare che l'ipertiroidismo (eccesso di ormoni tiroidei nel sangue) rende la grafia "più nervosa e spigolosa".

Il risultato è frutto di uno studio clinico supervisionato da Alfredo Pontecorvi, direttore dell'Unità operativa di endocrinologia Cattolica-Gemelli, e coordinato da Giampaolo Papi e Salvatore Maria Corsello, in collaborazione con Lazslo Hegedus, presidente della Società danese di endocrinologia, e con l'avvocato Cristina Botti, perito grafologo e segretaria dell'Associazione grafologica italiana. I dati, presentati in anteprima al convegno nazionale dell'Istituto superiore di grafologia, sono stati pubblicati sulla rivista 'Thyroid', organo ufficiale dell'American Thyroid Association.

"La scoperta è importante non solo in ambito medico, potendo contribuire a fare diagnosi di malattia tiroidea - sottolineano gli esperti - ma anche in ambito legale". Infatti "tali variazioni della scrittura - evidenzia Pontecorvi - possono avere forti implicazioni in ambito peritale e nel diritto civile. Basti pensare, ad esempio, a un paziente che faccia testamento olografo mentre è in condizioni di ipertiroidismo: il documento testamentario potrebbe essere impugnato adducendo che si tratti di un falso, quando invece le variazioni di grafia sono riconducibili all'eccesso di ormoni tiroidei". (segue)

(Adnkronos Salute) - I ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica - spiega una nota - hanno preso in esame un gruppo di pazienti colpiti da ipertiroidismo conseguente a malattia di Graves-Basedow, una patologia di origine autoimmune in cui l'organismo comincia a produrre anticorpi 'ribelli' diretti contro la tiroide. Questa malattia, 3 volte più frequente nelle donne, è causata dalla produzione di autoanticorpi mirati contro i recettori dell'ormone stimolante la tiroide (Tsh).

Al momento della diagnosi, gli studiosi hanno chiesto ai pazienti di scrivere un testo prestabilito. Un anno dopo la normalizzazione dei livelli ormonali ottenuta grazie alla terapia medica, i pazienti si sono nuovamente cimentati nella scrittura dello stesso testo. Tutti hanno dimostrato significative modificazioni nelle categorie grafiche esaminate, prima e dopo la terapia, percepibili anche solo all'osservazione diretta. In particolare, sono state rilevate variazioni statisticamente significative nella grandezza delle lettere e negli spazi tra una parola e un'altra. La scrittura del paziente in condizioni di ipertiroidismo è risultata più nervosa e spigolosa rispetto a quella dello stesso paziente una volta guarito.

"Le modificazioni grafiche, dunque - concludono gli autori - dovrebbero essere annoverate tra i sintomi e i segni clinici di ipertiroidismo, accanto a quelli già noti e riconosciuti dall'Organizzazione mondiale della sanità come tachicardia, tremori, perdita di peso, eccessiva sudorazione".

 


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