Farmaci: ematologi italiani su Nature, con test su bimbi ritardi irragionevoli

Esperti Policlinico Milano, per anti-emofilia si rischiano 2 anni di 'gap' con gli Usa 

Milano, 17 feb. (Adnkronos Salute) - Testare ogni nuovo farmaco anche sui bambini prima di somministrarlo ai malati di ogni età, come richiede l'agenzia regolatoria europea, rischia di portare "a un ritardo irragionevole nell'accesso" alle nuove terapie nel Vecchio continente. Per le persone con emofilia, ad esempio, questo secondo passaggio di sperimentazione potrebbe tradursi in un 'gap' di almeno 2 anni rispetto ai pazienti americani. "Proteggere i bambini non deve trasformarsi in uno svantaggio per i pazienti adulti". Un gruppo di esperti lancia l'allarme su 'Nature', in una lettera che ha come primi firmatari Flora Peyvandi, direttrice del Centro trombosi ed emofilia della Fondazione Policlinico di Milano, e Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico dell'Irccs.

L'emofilia, ricordano, è una malattia rara, che colpisce ogni anno un nuovo nato ogni 30 mila in Europa. "Data la sua rarità - sottolineano gli esperti - i test sui bambini richiederebbero anni solo per raccogliere un numero sufficiente di pazienti. Nel frattempo, però, gli adulti che soffrono di questa patologia non possono accedere a farmaci già pronti per essere messi in commercio, che migliorerebbero sensibilmente la loro qualità di vita e il trattamento della malattia".

Circa il 30% dei malati di emofilia A (il tipo più frequente, che colpisce l'85% del totale emofilici) sviluppa anticorpi contro i fattori di coagulazione che il loro organismo non riesce a produrre e che quindi vengono somministrati come terapia, anticorpi che rendono il trattamento inefficace. "Questo - spiegano gli ematologi - ha portato a sviluppare fattori della coagulazione con tecnologie biotech, che agiscono più a lungo e che probabilmente impattano meno sul sistema immunitario. In particolare, è stato sviluppato un nuovo farmaco che è potenzialmente in grado di rivoluzionare la terapia dei pazienti emofilici, riducendo in modo sostanziale il numero di iniezioni a cui devono sottoporsi". Un medicinale atteso già quest'anno negli Stati Uniti, ma non in Europa. (segue)

(Adnkronos Salute) - L'approvazione della nuova terapia anti-emofilia da parte della Fda americana è attesa entro la prima metà del 2014. "Sfortunatamente - sottolineano gli ematologi su Nature - le normative in Europa non permettono ai suoi cittadini di accedere alla nuova cura altrettanto rapidamente. L'obbligo di sperimentazione anche nei bambini crea una profonda disuguaglianza e di fatto discrimina gli emofilici europei, che rispetto ai pazienti americani soffrono di un ritardo di almeno 2 anni sull'accesso alle nuove terapie".

La richiesta dell'agenzia europea Ema di sperimentare i farmaci anche sui bambini prima di metterli in commercio "è una valida iniziativa, perché riduce la prescrizione off-label (al di fuori dalle indicazioni espressamente autorizzate, ndr) dei medicinali, e allo stesso tempo il rischio di cure inappropriate. Ma non deve essere applicata indiscriminatamente - avvertono gli specialisti - perché il proteggere i bambini non deve trasformarsi in uno svantaggio per i pazienti adulti".

"Per assicurare le giuste cure agli emofilici - concludono Mannucci e colleghi - l'agenzia europea dovrebbe permettere l'uso dei nuovi farmaci senza attendere la sperimentazione nei bambini, come già avviene negli Stati Uniti, in Canada e in molti altri Paesi".

 


Torna alle notizie di medicina / ematologia