Ambiente: Greenpeace, sostanze tossiche in abiti sportivi grandi marche

 

Roma, 23 ago. (Adnkronos Salute) - Composti pericolosi per salute e ambiente usati nella produzione degli abiti sportivi di brand internazionali. Questi i risultati delle analisi commissionate da Greenpeace e pubblicate oggi nel rapporto 'Panni sporchi 2: dagli scarichi tossici ai prodotti in vendita'. Su 78 articoli di abbigliamento e scarpe sportive acquistati da Greenpeace in 18 differenti Paesi in tutto il mondo, fra cui anche l'Italia, l'associazione ecologista ha scoperto che 52 prodotti appartenenti a 14 marche (Abercrombie & Fitch, Adidas, Calvin Klein, Converse, G-Star Raw, H&M, Kappa, Lacoste, Li Ning, Nike, Puma, Ralph Lauren, Uniqlo e Youngor) sono risultati positivi al test sui nonilfenoli etossilati (Npe).

Questi composti, usati anche nell'industria tessile, una volta rilasciati nell'ambiente - spiega Greenpeace - si trasformano in una sostanza pericolosa, il nonilfenolo (Np). Il nonilfenolo è persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula lungo la catena alimentare e può alterare il sistema ormonale dell'uomo anche a livelli molto bassi.

"I risultati delle nostre ricerche sono solo la punta di un iceberg. Siamo di fronte a un problema ben più vasto - sostiene Vittoria Polidori, responsabile della campagna 'Inquinamento' di Greenpeace - che riguarda l'uso di composti pericolosi nell'industria tessile e che comporta la loro dispersione nelle acque di tutto il mondo. I grandi brand dell'abbigliamento sportivo - denuncia Polidori - sono responsabili di questi scarichi pericolosi e la gente ha il diritto di sapere quali sostanze sono presenti nei vestiti che indossa e quali effetti causano una volta rilasciati nell'ambiente". (segue)

(Adnkronos Salute) - Questa ricerca segue una precedente pubblicazione di Greenpeace, dal titolo 'Panni sporchi', che denunciava il problema dell'inquinamento dei fiumi cinesi causato dagli scarichi tossici dell'industria tessile e rivelava il legame commerciale fra i proprietari di due complessi industriali cinesi e gran parte delle marche sportive oggetto della presente ricerca. Dopo l'avvio di questa nuova campagna di Greenpeace, 'Detox' - sottolinea l'associazione - Nike e Puma si sono impegnate a eliminare, entro il 2020, tutti gli scarichi pericolosi dalla loro catena di approvvigionamento e nei prodotti di consumo.

"Ora che Nike e Puma hanno fatto il primo passo e stanno usando il loro potere per diminuire l'impatto ambientale dei loro articoli e della loro produzione, Adidas e le altre aziende leader del settore - avverte Polidori - non possono più sfuggire dall'assumersi questa responsabilità. Le grandi multinazionali sono in una posizione unica - conclude - per intervenire su tutta la catena e obbligare i fornitori a dare informazioni periodiche sugli scarichi tossici con l'obiettivo finale della loro completa eliminazione".

 


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