Farmaci: in 3 minuti si torna a respirare dopo anestesia, ma non in tutta Italia

Siaarti, ospedale che ne impedisce uso si assume responsabilità 

Roma, 6 feb. (Adnkronos Salute) - Due o tre minuti per il completo recupero della funzione muscolare e respiratoria indipendentemente dalla durata dell'anestesia e dalla quantità di miorilassante somministrato. Si chiama sugammadex il farmaco di Msd che ha rivoluzionato l'anestesia, ma che purtroppo "rimane ancora fuori da molte sale operatorie del nostro Paese", per colpa dei 'risparmi' imposti dalla crisi. A denunciarlo oggi a Roma gli anestesisti della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), che lanciano un appello: 'più sicurezza in sala operatoria'. Per tutti.

In un documento ufficiale, un gruppo di questi anestesisti afferma che se la struttura ospedaliera impedisce l'uso del farmaco, in caso di danni al paziente se ne assume ogni responsabilità. E si apre anche un problema etico: gli anestesisti che non possono garantire la migliore anestesia possibile devono consigliare ai pazienti di cambiare ospedale o, se necessario, addirittura Regione? La situazione, infatti, in Italia e' a macchia di leopardo. E ad avere la 'maglia nera' questa volta e' il Veneto, dove il sugammadex non e' disponibile. In Emilia Romagna, Lazio e Sardegna, invece, e' disponibile, ma con delle limitazioni: si usa solo in casi di emergenza. A sostenere che "tutti i pazienti, invece, devono avere le stesse possibilità di cura e lo stesso accesso ai farmaci" e' Antonio Corcione, presidente designato della Siaarti, che aggiunge: "La nostra Società ha sentito il dovere di prendere una posizione netta con il Position Paper sull'uso del sugammadex, che nonostante sia stato approvato nel nostro Paese, in molte sale operatorie non può essere utilizzato, e questo perché a livello regionale o della singola struttura ospedaliera si crede che sia questa la strada per risparmiare. Ma non e' cosi'. L'utilizzo del sugammadex riduce i tempi di recupero neuromuscolare, ottimizzandone il profilo di sicurezza e il turnover di interventi in sala operatoria".

Dunque, secondo il documento Siaarti, un direttore di anestesia può fare richiesta d'uso di sugammadex in sala operatoria. In caso di risposta negativa, la struttura ospedaliera si assumerà tutte le responsabilità di carattere medico-legale nei confronti del paziente. "Ritengo sia dovere dell'anestesista - continua Corcione - avvisare il paziente che in quella struttura non e' possibile avere la scelta anestesiologica più sicura". (segue)

 


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