Dopo calo in pandemia torna a salire consumo antibiotici nel 2022, report
Dopo calo in pandemia torna a salire consumo antibiotici nel 2022, report

Ecdc, ma pur essendo in crescita nell'ultimo anno, rispetto al 2019 uso totale è sceso del 2,5% 

"Il consumo totale di antibiotici nell'uomo", per quanto riguarda entrambi i settori, consumo comunitario e ospedaliero, "è diminuito del 2,5% tra il 2019 e il 2022, indicando un lento progresso verso l'obiettivo di riduzione del 20% fissato entro il 2030. Tuttavia, dopo riduzioni senza precedenti osservate nel 2020 e nel 2021, il consumo è aumentato nel 2022. E ciò potrebbe indicare che i modelli dei virus respiratori invernali, dei contatti sociali, delle abitudini igieniche e delle pratiche di prescrizione degli antibiotici potrebbero ora essere simili a quelli che erano prima della pandemia di Covid". E' l'analisi dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) sui dati contenuti nell'ultimo report di sorveglianza sul consumo di antibiotici in Ue/Spazio economico europeo.

Nel report ci sono dati anche sull'Italia, che è in un gruppo di Paesi per i quali si registra un andamento definito "di preoccupazione". Il report segnala che quasi la metà (46%) degli Stati Ue hanno riscontrato un aumento del consumo totale di antibiotici tra il 2019 e il 2022, Italia compresa. C'è poi un altro dato che viene osservato con preoccupazione: la metà degli Stati membri con valori di consumo nel 2019 già superiori alla media Ue ha registrato tassi di consumo di antibiotici ancora più elevati nel 2022 (rispetto al pre-pandemia, dunque). E l'Italia è in questo gruppo, che comprende anche Bulgaria, Cipro, Irlanda, Malta e Romania. La media Ue nel 2019 era di 19,9 Ddd (dosi giornaliere definite) per mille abitanti al giorno e l'Italia si collocava già sopra, a quota 21,7. Questo dato nel 2022 è salito ancora dello 0,8% a 21,9 (rispetto alla media Ue dello stesso anno che è 19,4, in calo del 2,5% tra il 2019 e il 2022).

D'altro canto, segnala ancora l'Ecdc, 3 Stati Ue (Finlandia, Paesi Bassi e Svezia) hanno già raggiunto nel 2022 il traguardo del livello target di consumo di antibiotici raccomandato per il 2030. Secondo il report sono 9 gli Stati Ue che hanno raggiunto o superato l'obiettivo del 65% di consumo di antibiotici appartenenti al gruppo 'Access', secondo la classificazione AWaRe degli antibiotici dell'Oms, e l'Ue si posiziona complessivamente al 59,8%. Gli antibiotici di questo gruppo dovrebbero essere la prima scelta per le infezioni comuni, poiché contribuiscono in misura minore alla comparsa della resistenza antimicrobica. "Sono necessari sforzi continui in questo settore per allineare i modelli di consumo all’obiettivo raccomandato".

L'Ecdc aveva lanciato l'allarme da tempo sulla crescente minaccia della resistenza antimicrobica, stimando che oltre 35mila morti l'anno per infezioni resistenti agli antibiotici nell'Ue, in Islanda e in Norvegia. Per affrontare il problema, il 13 giugno 2023 è stata adottata la raccomandazione del Consiglio sull’intensificazione delle azioni Ue per combattere la resistenza antimicrobica nell’ambito dell’approccio One Health, che comprendeva cinque obiettivi da raggiungere entro il 2030, basandosi sul 2019 come punto di partenza.

Questi obiettivi comprendono la riduzione del consumo complessivo di antibiotici, le preferenze specifiche di gruppi di antibiotici e la mitigazione delle infezioni causate da agenti patogeni che spesso sono resistenti a più antibiotici contemporaneamente. Secondo quanto riporta l'Ecdc in una nota ci sono stati notevoli miglioramenti in due aree: l’incidenza totale delle infezioni del circolo ematico da Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (Mrsa) è diminuita del 12,2% tra il 2019 e il 2022, un valore vicino all'obiettivo di riduzione del 15%. Allo stesso modo, l'incidenza delle infezioni da Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione è diminuita del 16,8% durante lo stesso periodo, segno che l'Ue ha già raggiunto l'obiettivo di riduzione del 10%.

"Questi sviluppi riflettono una tendenza positiva nella lotta alla resistenza antimicrobica all’interno dell'Ue". Ma l'Ecdc sottolinea "la necessità di interventi e azioni più forti per affrontare la resistenza antimicrobica in diversi ambiti quali l'uso prudente degli antibiotici, la prevenzione e il controllo delle infezioni, la ricerca e l’innovazione, la sorveglianza della resistenza antimicrobica e del consumo di antimicrobici e l’attuazione dei piani d’azione nazionali One Health. Raggiungere gli obiettivi del 2030 è una responsabilità urgente e collettiva".

 


Torna alle notizie di farmaci / nazionale