Sanità Friuli: Telesca, rimoduleremo ticket su prestazioni sanitarie

 

Trieste, 20 set. (Adnkronos Salute) - "Ci sono importanti novità che aprono ora lo spazio all'avvio di un confronto costruttivo che dovrà portare alla rimodulazione dei ticket su specialistica, diagnostica e pronto soccorso, e anche a una graduazione diversa della quota aggiuntiva". Lo afferma l'assessore regionale alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Maria Sandra Telesca, al termine di un incontro avuto oggi a Roma al ministero dell'Economia e delle Finanze.

Attraverso le quote aggiuntive di 10 euro su ogni prestazione sanitaria erogata dal Servizio pubblico e dal privato accreditato - si legge in una nota della Regione - il Friuli Venezia Giulia dovrà garantire entrate pari a poco meno di 13 milioni di euro all'anno, e non di 24 milioni come era stato a suo tempo imposto dal Governo nazionale. Questo sostanziale dimezzamento consentirà ora alla direzione salute della Regione di proporre una rimodulazione della compartecipazione dei cittadini al costo delle prestazioni stesse, attraverso i ticket, basata su criteri di equità e appropriatezza. "Abbiamo convinto i funzionari del ministero - spiega Telesca - che la compartecipazione della nostra Regione al risanamento della finanza pubblica attraverso la quota aggiuntiva di 10 euro su specialistica e diagnostica, prevista dalla normativa nazionale, non poteva tradursi in un introito di 24 milioni di euro all'anno. Cifra assolutamente eccessiva, in quanto in Friuli Venezia Giulia le esenzioni per reddito, per età e per patologia sono molto elevate, anche in considerazione che nella nostra realtà vi è una forte componente di popolazione anziana. Dati alla mano siamo quindi arrivati a un positivo chiarimento, stabilendo che il nostro contributo sarà di poco superiore ai 12 milioni di euro anno".

"Nelle prossime settimane formuleremo al ministero delle Finanze e a quello della Salute una proposta precisa, che assicurerà allo Stato gli introiti previsti", annuncia l'assessore Telesca. Si pensa in via di principio a una riduzione della compartecipazione alla spesa per i redditi più bassi e a un incremento per quelli più alti, "ma sempre tenendo conto della complessità, per evitare che la stessa prestazione fornita da un privato costi meno, e quindi risulti competitiva, rispetto a quella erogata dal Servizio sanitario pubblico o dal privato convenzionato".

 


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