Tumori: +30% melanomi in 10 anni, ecco come proteggersi al sole

10 regole d'oro e l''alfabeto dei nei' 

Milano, 13 mag. (Adnkronos Salute) - Quasi 200 mila persone colpite ogni anno nel mondo, 9 mila solo in Italia, con un aumento dei casi pari al 30% negli ultimi 10 anni. Sono i numeri del melanoma, legato a doppio filo con un'esposizione sbagliata al sole: intensa, intermittente, senza protezione adatta soprattutto quando la pelle è chiara e non abituata al 'bacio' dei raggi. L'Abc della tintarella sicura è stato ricordato oggi a Milano, durante un incontro promosso da Roche per presentare nuovi dati su vemurafenib, la prima terapia personalizzata contro il melanoma avanzato, prodotta dall'Italia per tutto il mondo, disponibile da un anno.

Buon senso sotto il sole e diagnosi precoce sono "due strade che permetterebbero di evitare la degenerazione della patologia nel 99% dei casi", assicurano gli esperti. Ecco le 10 regole da seguire: 1) Conoscere il proprio fototipo ed utilizzare creme solari adeguate alla propria pelle, soprattutto su bambini e ragazzi di età inferiore a 15 anni 2) Ridurre al minimo le esposizioni ai raggi solari, specie nelle ore centrali della giornata 3) Evitare le scottature 4) Non esporsi al sole con profumi ed essenze 5) Evitare l'uso di lampade e lettini abbronzanti; 6) Utilizzare indumenti adeguati (cappelli, magliette, occhiali) 7) Sostare all'ombra 8) Non esporre al sole i bambini fino al sesto mese 9) Controllare i nei per verificare eventuali cambiamenti (nel 20-30% circa dei casi il melanoma può degenerare da un neo pre-esistente) 10) Fare un controllo una volta l'anno dal dermatologo o comunque ogni volta che si nota una mutazione dei nei.

Occhio dunque all''alfabeto dei nei', e cioè alle caratteristiche da tenere sempre sotto controllo: A come asimmetria (i melanomi sono di solito asimmetrici, con metà macchia più grande dell'altra); B come bordi irregolari (i melanomi li hanno 'a carta geografica'); C come colore (osservare eventuali cambiamenti); D come dimensione superiore a 6 millimetri (il neo va fatto controllare dallo specialista); E come evoluzione progressiva (in un adulto un neo non deve crescere). (segue)

(Adnkronos Salute) - "Nella lotta al melanoma nelle sue diverse forme - spiega Paola Queirolo, presidente di Imi (Intergruppo melanoma italiano), San Martino Ist di Genova - le armi a nostra disposizione sono la prevenzione e l'educazione a partire dalle nuove generazioni, la diagnosi precoce che aumenta l'efficacia della cura e consente una guarigione nel 95% dei casi, e l'accesso a terapie innovative come vemurafemib: la prima terapia personalizzata per il melanoma metastatico, che agisce in modo specifico sulla proteina Braf mutata presente in circa un paziente su 2".

La terapia del melanoma metastatico, la cui sopravvivenza era in media di 6-9 mesi dalla diagnosi, "negli ultimi anni ha compiuto enormi passi avanti", sottolinea Michele Del Vecchio, segretario Imi, Istituto nazionale tumori di Milano. Vemurafenib, "primo farmaco orale che ha introdotto il concetto di medicina personalizzata nel trattamento di questa patologia, è in grado di agire rapidamente anche in presenza di un volume tumorale importante, con una riduzione o stabilizzazione della massa tumorale in circa l'80% dei pazienti". Nello studio registrativo 'BRIM3', evidenzia Roche, il farmaco ha dimostrato di aumentare in maniera significativa la sopravvivenza senza progressione e la sopravvivenza globale rispetto al trattamento standard con chemioterapia (dacarbazina). Inoltre, 'Lancet Oncology' ha pubblicato i dati del più ampio studio sul melanoma metastatico Braf-mutato (3.222 pazienti di 44 Paesi), che conferma il risultato di sopravvivenza a un anno pari al 52%, arrivando al 36% dopo 18 mesi.

"Grazie alla disponibilità di test diagnostici molecolari sempre più precisi - conclude Queirolo - siamo in grado di individuare i pazienti cui somministrare farmaci specifici e in grado di raggiungere i risultati attesi. Sapere in via preliminare chi può beneficiare di un determinato trattamento consente di estendere il beneficio all'intero sistema sanitario".

 


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