Salute: 1 ottobre Giornata medicina lavoro, disoccupazione nuova malattia

Simlii, malattie 4 volte più di infortuni ma troppe segnalazioni mancate 

Milano, 16 set. (Adnkronos Salute) - "Il lavoro più pericoloso è il non lavoro". In tempi di crisi, anche la disoccupazione e il precariato diventano 'malattie professionali' da contrastare per la difesa della salute pubblica. A lanciare la sfida è la Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale (Simlii), che annuncia oggi l'istituzione della Giornata nazionale della medicina del lavoro. Un appuntamento che debutterà il 1 ottobre con un incontro al Senato, e ricorrerà ogni anno sempre il primo giorno di ottobre. La Giornata sarà intitolata a Duilio Casula, maestro nella medicina del lavoro recentemente scomparso, docente presso l'università di Cagliari, che svolse anche un ruolo fondamentale, insieme a Giovanni Berlinguer e a Maria Eletta Martini, nella discussione, elaborazione e approvazione della riforma sanitaria del 1978.

La medicina del lavoro si trova oggi a combattere nuovi 'nemici'. La crisi economica, la globalizzazione, l'immigrazione, e soprattutto l'aumento della precarietà e della disoccupazione - avverte la Simlii - si traducono in malattie e infortuni. Le prime molto più numerose (secondo alcune stime addirittura fino a 4 volte), ma spesso non adeguatamente segnalate al sistema assicurativo. "Per le malattie collegate al lavoro - denunciano infatti gli specialisti - esiste nel nostro Paese un importante fenomeno di mancata segnalazione, che porta a una loro considerevole sottostima". Per questo la società scientifica di settore è impegnata a "definire i percorsi più appropriati per la diagnosi delle malattia da lavoro e per la stessa 'ricerca attiva' di quelle malattie professionali che andrebbero perdute per la loro mancata individuazione".

"Ma il fenomeno più nuovo e preoccupante è certamente l'impatto sulla salute della popolazione dovuto alla crescente disoccupazione e sotto-occupazione", precisa la Simlii. "Il lavoro più pericoloso è il non lavoro - afferma il presidente, Pietro Apostoli - La medicina del lavoro ritiene che il bene primario per la società e le aziende sia la buona occupazione, che garantisce il benessere di tutti e la salute di chi lavora. La presenza di un medico del lavoro in azienda può dare un contributo insostituibile - aggiunge - intervenendo sul 'fattore umano' e contribuendo a promuovere la cultura della sicurezza a tutti i livelli". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Il lavoro sano è un potente fattore di promozione della salute - evidenzia la Società italiana di medicina del lavoro e igiene industriale - e certamente l'azienda in cui i lavoratori sono sani aumenta considerevolmente la sua produttività". Cruciale, quindi, il ruolo di un 'camice bianco' dedicato: "Un buon lavoro, più sano e produttivo, ha nel medico del lavoro un promotore essenziale, a patto che lo si faccia lavorare senza l'incubo di una burocrazia che moltiplica adempimenti inutili e obblighi esclusivamente formali".

Secondo la Simlii, infatti, "la proliferazione delle norme di legge in materia di salute e sicurezza del lavoro avvenuta negli ultimi anni, se da un lato ha colmato vuoti legislativi non ulteriormente ammissibili, dall'altro ha creato un sistema di vincoli rigido, farraginoso e burocratico, più orientato alla forma che alla sostanza, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei che vantano sistemi di prevenzione più semplici ed efficaci. E ciò vale, in particolare, per le piccole e medie imprese, che sono quelle che impiegano oggi la maggior parte dei lavoratori italiani". Per Apostoli "il sistema va semplificato, nel rispetto delle garanzie reali per i lavoratori, per liberare risorse che sarebbe meglio utilizzare a fini preventivi, soprattutto nelle piccole e medie imprese".

Durante l'incontro in Senato, dunque, la Smlii anticiperà alcune delle sue proposte per "snellire e razionalizzare le norme contenute nel cosiddetto 'Testo Unico' sulla salute e la sicurezza sul lavoro (il decreto legislativo 81/2008 e s.m.i). Verranno inoltre illustrate alcune proposte di modifica al sistema di aggiornamento professionale del medico del lavoro, affinché divenga più efficiente e selettivo, meglio collegato ai rischi reali, e più compatibile con le necessità e i bisogni delle aziende e dei lavoratori". (segue)

(Adnkronos Salute) - Infine, garantisce la Simlii, "la medicina del lavoro intende dare il suo importante contributo anche sul fronte della tutela della salute delle popolazioni residenti nelle vicinanze di insediamenti industriali, minata dalle contaminazioni ambientali e dall'inquinamento originato dalle vicine fabbriche, chimiche o di altra natura, utilizzando l'esperienza maturata in tanti anni nella ricerca epidemiologica e nella individuazione del corretto rapporto tra fattori di rischio professionali, esposizione negli ambienti di lavoro e di vita ed eventuali patologie conseguenti.

"E' paradossale - osserva per esempio Apostoli - che l'emergenza Ilva di Taranto e il procedimento penale che ne è seguito abbia considerato solo la salute della popolazione e non quella dei lavoratori, che sono ovviamente molto più esposti e di cui si sa ben poco".

"Per questo - conclude - in una recente audizione al Parlamento la nostra società ha proposto campagne di monitoraggio biologico degli inquinanti a Taranto e altrove, nonché la programmazione di specifici studi sulle popolazione dei lavoratori, che possono dare la giusta dimensione ai rischi ambientali".

 


Torna alle notizie di medicina / medicinadellavoro