Medicina: gastroenterologo, aumenta 'spread' fra malati epatite C e costi cure

Craxì, spesa diventa un risparmio nel medio-lungo termine 

Roma, 8 mag. (Adnkronos Salute) - C'è uno 'spread' particolare che non fa dormire chi cura l'epatite C. "Il vero spread che preoccupa è quello tra il numero dei pazienti che continua a salire e l'aumento dei costi delle cure e mi riferisco in particolare alle nuove terapie, quelle che in Italia dovrebbero arrivare, speriamo, al più presto". Parola di Antonio Craxì, professore ordinario di Gastroenterologia all'Università di Palermo, intervenuto oggi all'Istituto superiore di sanità al convegno 'Hiv & Hcv: due storie parallele. Le sfide future'.

L'esperto prevede che "passeremo dai 6-7-10 mila euro a paziente trattato con interferone pegilato+ribavirina, ai 30 mila e oltre per paziente trattato con la nuova triplice terapia. E' evidente che ci troviamo davanti a un dilemma di carattere etico: a fronte di una situazione di risorse economiche limitate, nella quale non tutti i pazienti possono essere trattati con le nuove terapie, come ci dovremo comportare? Quali criteri adottare?".

"Le nuove linee guida - prosegue Craxì - danno una direttiva: trattare 'a occhi aperti', ovvero scegliere la migliore terapia possibile per ogni paziente tenendo conto di tutta una serie di fattori. In una politica di piccoli passi che tenga conto anche dei costi-benefici. E così dovremo capire chi può ancora avere benefici dalle terapie tradizionali e chi no perché già sappiamo che avrà una bassa risposta; chi dovrà da subito adottare le nuove terapie perché danno maggiori probabilità di successo. E anche chi è meglio che aspetti l'arrivo dei nuovi farmaci prima di iniziare una terapia, in modo da poter contare subito su un 'proiettile d'oro'. Nel valutare tutti i criteri bisogna sin da ora tenere presente quello del costo-efficacia: un paziente trattato presto e bene non andrà incontro a ricoveri o a trapianto. Farà terapie di minore durata. Farà meno assenze dal lavoro, avrà una maggiore aderenza alla terapia. Un paziente guarito costa meno alla collettività. Quindi, alla fine, il costo nell'immediato diventa un risparmio nel medio-lungo termine".

 


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