Bellezza: Corea del Sud, dopo ritocco ospedale rilascia certificato 'ad hoc'

Per evitare difficoltà controlli passaporto dopo passaggio dal chirurgo 

Roma, 22 apr. (Adnkronos Salute) - L'elevato standard di qualità della chirurgia plastica in Corea del Sud, che attrae anche pazienti stranieri pronti a lunghi viaggi per il 'ritocchino', sta mettendo in crisi i controlli dei passaporti negli scali aeroportuali. Le autorità sono in difficoltà nel verificare l'identità 'dal vivo' delle persona dopo il passaggio dal chirurgo rispetto alla foto tessera riportata sul documento 'cartaceo'. Ecco che alcuni ospedali coreani hanno pensato di offrire ai propri pazienti dei certificati medici in cui si attesta che il soggetto si è sottoposto ad un trattamento di chirurgia plastica. Un modo per agevolare anche i pazienti stranieri nei loro spostamenti verso le cliniche della bellezza coreane.

In questi certificati è incluso il numero del passaporto del paziente, il nome dell'ospedale dove è avvenuto il trattamento e la durata della visita in Corea del Sud. Nel 2009 - riporta il 'China Daily'- 23 donne cinesi hanno avuto difficoltà a tornare in patria dalla Corea del Sud dopo aver subito un intervento chirurgico. Secondo i dati della International Society of Aesthetic Plastic Surgeons, la Corea del Sud sta diventando il Paese leader mondiale nelle procedure estetiche 'pro capite': 1 persona su 77 in Corea del Sud ha scelto di sottoporsi ad un intervento chirurgico per migliorare il proprio aspetto. Una percentuale che sale al 20% tra le donne tra i 19 e i 49 anni.

 


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