Alimentazione: dieta mediterranea 'spegne' infiammazione silente

 

Roma, 31 mar. (Adnkronos Salute) - La dieta mediterranea segna un altro punto a suo favore. Secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Irccs Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli, in Molise, questo modello alimentare potrebbe infatti portare vantaggi anche per quella forma di infiammazione cronica non ancora manifesta a livello clinico, oggi ritenuta un fattore di rischio comune a numerose malattie croniche degenerative. I risultati della ricerca, pubblicata su 'Blood', vengono dal progetto Moli-sani, noto maxistudio epidemiologico condotto in Molise su 25mila persone.

"L’infiammazione silente o subclinica è una condizione cronica a cui tutti siamo più o meno esposti – spiega Giovanni de Gaetano, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’Irccs Neuromed – Non stiamo parlando di fasi acute, come un’influenza o una polmonite ma piuttosto di uno stato silente in cui tutti, in vario grado, ci troviamo. Questo stato infiammatorio si rileva generalmente analizzando il livello di alcuni marker, come ad esempio la proteina C reattiva, o anche il numero di piastrine e di globuli bianchi (leucociti) nel sangue. Ma se per la proteina C reattiva era stata segnalata un’associazione con l’alimentazione, per i leucociti e le piastrine nessuno ancora aveva provato a testare se esistesse un rapporto diretto con ciò che mangiamo ogni giorno".

"I nostri dati – spiega Marialaura Bonaccio, principale autrice dello studio - indicano che la dieta mediterranea riduce significativamente il numero delle piastrine e dei leucociti. Questo ci fa pensare che una sana alimentazione induca una riduzione del livello di infiammazione sub-clinica". (segue)

(Adnkronos Salute) - "E’ importante considerare – sottolinea Licia Iacoviello, responsabile del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale - che la popolazione oggetto di studio non aveva alcun tipo di patologia ematologica. Stiamo parlando di valori di conta piastrinica o di globuli bianchi assolutamente normali, ma leggermente spostati verso il basso o l’alto. Questo significa che, pur nell’ambito di condizioni apparentemente normali, piccole variazioni del numero di piastrine e globuli bianchi corrispondono a un diverso stato infiammatorio, che può essere favorevolmente influenzato dalla dieta mediterranea". Non sappiamo ancora se una condizione infiammatoria silente che ci portiamo dietro per anni possa essere associata ad un diverso rischio di patologie. Il sospetto esiste, ma chiarirlo rappresenta di certo la nostra prossima sfida".

I ricercatori di Neuromed hanno provato anche a capire quali potessero essere i componenti della dieta capaci di interferire con lo stato infiammatorio, ottenendo la riduzione osservata. "Le nostre analisi – dice ancora Bonaccio - indicano che un ruolo fondamentale è giocato proprio dal contenuto antiossidante e dalle fibre di cui questo modello alimentare è particolarmente ricco". "Questo studio – dice Edoardo Romoli, direttore sanitario dell’Irccs Neuromed - dimostra come la nostra struttura voglia sempre di più avere una visione estremamente ampia della ricerca scientifica in medicina. Lo studio di una popolazione così grande come quella esaminata dal Progetto Moli-sani, che da poco ha trovato la sua collocazione all’interno del nostro Istituto, ci proietta nella vera sfida della medicina del futuro: la prevenzione. Accanto ai nostri laboratori ed alle nostre risorse cliniche, studi di popolazione come questo permetteranno di dare un ulteriore contributo di Neuromed alla salute dei cittadini, non solo del Molise, ma di tutto il mondo". Partito nel marzo 2005, ha coinvolto circa 25.000 cittadini, residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Lo studio ha trasformato un’intera Regione italiana in un grande laboratorio scientifico.

 


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