Violenza contro medici, Fnomceo scrive a Casellati e Fico
Violenza contro medici, Fnomceo scrive a Casellati e Fico

Velocizzare iter provvedimenti legislativi 

La Federazione degli Ordini dei medici torna a chiedere provvedimenti concreti contro la violenza sui camici bianchi. In due lettere, indirizzate al presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e a quello della Camera, Roberto Fico, si auspica la "velocizzazione dell’iter dei provvedimenti legislativi in itinere contro la violenza a danno degli operatori sanitari, al fine di creare dei deterrenti normativi - si sottolinea - che siano un segnale contro intemperanze sociali, che siano un messaggio alla popolazione in termini di sicurezza dei presidi sanitari e dei luoghi di cura, oltre che un segnale verso l’intera categoria sanitaria che ha subito perdite di validissimi professionisti trucidati sul posto di lavoro, in ambulatori, studi medici, ospedali".

Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, aveva annunciato la sua intenzione di scrivere le due lettere pochi giorni fa, in occasione della presentazione della proposta di legge che vede come primo firmatario il deputato Marco Lacarra, sulle misure di contrasto alle aggressioni del personale sanitario: solo l’ultimo tra i diversi progetti di legge, di cui uno di iniziativa governativa, finora presentati nei due rami del Parlamento. A breve Anelli scriverà anche al presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, e ai capigruppo della stessa Commissione, dove il Ddl di iniziativa governativa è all’esame.

La violenza contro gli operatori sanitari è, ricorda il presidente Fnomceo, "una vera e propria emergenza, come i ripetuti episodi di cronaca registrano, che investe professionisti sanitari che rivestono una particolare valenza all’interno della società". Un fenomeno "che determina non solo uno stato di disagio nell’esercizio quotidiano della attività sanitaria, ma che ha anche un effetto emulativo, frutto di una distorta visione della medicina e delle sue potenzialità di cura", argomenta ancora Anelli.

 


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