Via da Ssn 8mila medici l'anno tra pensione e dimissioni, 'è emergenza'
Via da Ssn 8mila medici l'anno tra pensione e dimissioni, 'è emergenza'

Palermo (Anaao), sospensioni no vax? 'Davvero poche ma in alcune strutture possono aggravare carenze di vecchia data' 

E' una 'emorragia' di medici quella che sta vivendo il Servizio sanitario nazionale, un'emergenza nell'emergenza, in era Covid, con 8mila medici in meno ogni anno. "Siamo sotto il limite. La situazione attuale riferita al 2019 è che ordinariamente per raggiunti limiti previdenziali vanno via 5mila persone", in pensione. "Ma purtroppo ne vanno via pure altre 3mila che si dimettono", lasciano volontariamente il Ssn, "ed è preoccupante perché è espressione del malessere che si vive negli ospedali". E' la denuncia di Carlo Palermo, segretario nazionale del sindacato Anaao-Assomed, sentito dall'Adnkronos Salute.

A questo si aggiunge un numero, seppure piccolo, dei medici che, a causa delle loro posizioni no vax, sono sospesi o rischiano la sospensione dal servizio. "Sono un'assoluta minoranza - premette il segretario del sindacato dei medici Ssn - Stiamo parlando di numeri ridicoli, forse 200 persone in Italia. La stragrande maggioranza di chi aveva dubbi ora si sta vaccinando contro Covid. Ma è chiaro che in singole realtà, e in una già manifesta carenza di personale anche una piccolissima percentuale" di personale che viene a mancare per le sospensioni, "può incidere negativamente", osserva.

Stress da sovraccarichi di lavoro, peggiorati con la crisi Covid e i suoi strascichi, anni di turnover insufficiente a compensare le uscite. "Abbiamo già perso circa 50mila operatori sanitari dal 2009 al 2019, numero importante che ha reso problematica anche la gestione dell'epidemia" di Covid. E ormai, dice Palermo "ci sono tante persone che preferiscono lasciare, perché non hanno possibilità di ferie, hanno tutti i weekend occupati, hanno un numero esagerato di turni notturni. E' difficile da reggere da un punto di vista fisico e psichico soprattutto in alcune realtà, come il pronto soccorso".

In alcune strutture poi a mettere un carico possono arrivare le sospensioni per il mancato assolvimento dell'obbligo vaccinale da parte dei sanitari. E preoccupazioni su questo sono state espresse anche fra le regioni, che sperano in linee guida per gestire eventuali situazioni problematiche. "L'obbligo vaccinale non può essere aggirato - puntualizza Palermo - Che si debba assumere questo è poco ma sicuro. Bisogna stracciare lacci e lacciuoli sulle assunzioni se è a rischio la salute delle persone e l'erogazione dei servizi".

"Noi siamo già sotto il limite, perché siamo a 10mila medici in meno - ragiona Palermo - Poi andiamo ad aggiungere le uscite annuali che continueranno a un livello molto alto ancora per 3-4 anni, e le uscite impreviste espressione del malessere. Qui a Firenze abbiamo avuto le dimissioni di 6 persone del pronto soccorso" che "sono andate a fare i medici di medicina generale scegliendo condizioni di vita più umane e compatibili con una vita sociale e familiare degna".

E' un problema che va affrontato, incalza, "perché io posso avere il più bell'ospedale del mondo, con tutte le tecnologie perfette, digitalizzato, antisismico e antincendio, come prevede il Pnrr", Piano nazionale di ripresa e resilienza, "ma se non ho il personale che lo manda avanti vale zero". Il capitale umano "va curato e i limiti che ci sono nelle assunzioni oggi sono anacronistici e contrari all'articolo 32 della Costituzione, e vanno stracciati".

Nelle situazioni più in bilico, la perdita di ulteriore forza lavoro per via delle sospensioni di chi non si vaccina può dunque aggravare le cose. Ma questo è "un moltiplicatore" di problemi che "ci sono già in partenza". Problemi di carenza cronica e prolungata. "E se sul versante ospedaliero magari è possibile trovare una compensazione, sul versante dei medici di medicina generale "anche piccoli numeri fanno venire a mancare l'assistenza diretta: se un medico ha 1.000-1.500 assistiti, se ne mancano 100 significa avere 100-150mila persone scoperte".

Servono medici. Cosa si fa? "Nei prossimi 10 anni formeremo 110mila medici laureati, ma mancano gli specialisti. E il ministro Roberto Speranza è intervenuto giusto quest'anno portando i contratti di formazione specialistica post laurea a 17.400. Ma questi colleghi li avremo a disposizione fra 4-5 anni e l'unica possibilità oggi che abbiamo per risolvere il problema della carenza è assumere i 'quasi specialisti' del terzo, quarto, quinto anno di scuola di specialità", conclude.

 


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