Smi invia emendamento Dl Rilancio 'pro medici' a Commissioni Camera
Smi invia emendamento Dl Rilancio 'pro medici' a Commissioni Camera

"Medici di medicina generale sono interessati da proposte che peggiorano la loro condizione e mirano a destrutturare i diritti acquisiti" 

Un emendamento al Dl Rilancio 'pro medici di famiglia', che modifica il cosiddetto Decreto Liquidità, prevedendo tre misure a sostegno dei camici bianchi del territorio. Lo ha inviato il Sindacato nazionale medici italiani (Smi) a tutti i componenti delle commissioni Affari sociali e Lavoro della Camera dei deputati. "I medici di medicina generale e delle altre specializzazioni mediche, nonostante siano stati sottoposti a un grande sacrificio in questi mesi, anche in termini di vite umane, non solo rischiano di non vedersi riconoscere lo sforzo compiuto, ma al contrario sono interessati da proposte che peggiorano la loro condizione e mirano a destrutturare i diritti acquisiti", dice Pina Onotri, segretario generale Smi. Per queste ragioni "abbiamo presentato un emendamento al Dl Rilanci".

La prima misura proposta dallo Smi "stabilisce tempi più brevi per la ripresa della trattativa per l'Accordo collettivo nazionale 2016-2018 dei medici di medicina generale, 3 mesi o non 6. Evidenziamo inoltre che l'ammontare degli arretrati e degli incrementi previsto nell'art. 14 dell'ipotesi dell'accordo collettivo nazionale è stato commisurato alle prestazioni ordinarie e, pertanto, le eventuali prestazioni aggiuntive, introdotte con legge o con contratti collettivi, devono comunque essere remunerate a parte".

La seconda norma "sancisce che le prestazioni ordinarie e tradizionalmente intese rese dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta sono state indubbiamente travolte e condizionate dall'emergenza sanitaria da Covid-19. In astratto, il ricorso indefinito alla reperibilità dei medici di medicina generale, cioè non disciplinato da regole prestabilite, rischia di imporre al medico prestazioni aggiuntive rispetto a quelle ordinarie e per le quali non sarebbe prevista la relativa indennità".

Inoltre, con le norme del Dl Liquidità "non sono definiti i limiti orari giornalieri di tale reperibilità, né il numero di giorni settimanali durante i quali deve essere garantita". E' necessario quindi "un intervento volto a fissare i limiti e le modalità del ricorso del Dl Liquidità alla reperibilità, onde evitare abusi e violazioni di legge, in deroga a quanto stabilito dallo Statuto dei lavoratori. Né si può derogare rispetto alla regola, costituzionalmente sancita, che gli accordi di lavoro, che prevedono remunerazione, orari e carichi di lavoro, devono essere stipulati con le organizzazioni sindacali".

"Infine, la terza norma prevede che gli oneri per le piattaforme digitali utilizzate per le attività dei medici di medici siano previsti e quantificati nell'Accordo collettivo nazionale 2016-2018 dei medici di medicina generale. In questo modo vogliamo evitare che ulteriori costi di gestione si possano scaricare sui bilanci dei medici, penalizzandoli economicamente", conclude Onotri.

 


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