Rapporto medico-paziente, nasce il decalogo dei diritti e doveri
Rapporto medico-paziente, nasce il decalogo dei diritti e doveri

Dai dati di Cittadinanzattiva emerge che in circa 8 casi su 10 i cittadini segnalano poca sensibilità nell'ascolto o poca empatia 

Non c'è niente che possa sostituire il contatto medico-paziente. Un rapporto che incide fortemente sull'aderenza alle terapie, ma che nel tempo si sta sempre più corrodendo. In questo contesto si inserisce la campagna 'cura di coppia', lanciata oggi da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato presso la Fnomceo, con la realizzazione di un decalogo con 10 consigli per il medico e altrettanti per il paziente. L'obiettivo è creare consapevolezza relativa ai diritti e doveri che il medico ha nei confronti del paziente e, viceversa, far sì che il paziente diventi sempre più cosciente del fatto che la propria partecipazione attiva e informata è determinante per il ripristino dei livelli di salute.

"Il legame medico-paziente sta diventando difficile - spiega Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri - come tutti i rapporti interpersonali per la mancanza di comunicazione: ci guardiamo poco negli occhi perché costantemente attratti da qualche aggeggio elettronico. Questo ci sta portando a perdere il significato di una relazione che, in questo contesto, è particolarmente sensibile e importante. Il paziente è anche confuso perché bombardato da tutte le notizie che trova su Internet, che lo portano a perdere fiducia nel medico. Se andiamo a sviscerare le problematiche che nel tempo hanno intaccato questo legame, forse possiamo ricominciare a costruirlo".

Questo impegno nasce dalle esigenze espresse sia dai cittadini che dai medici. Dai dati di Cittadinanzattiva, infatti, emerge che in circa 8 casi su 10 i cittadini segnalano poca sensibilità nell'ascolto o poca empatia. Una persona su 3 trova nel medico scarsa disponibilità a orientarla tra i servizi; una su 4 si confronta con un linguaggio troppo tecnico; una su 5 ha vissuto scarsa attenzione al dolore. D'altro canto, circa un medico su 3 ritiene insufficiente o inadeguato il tempo a disposizione per la cura; in ugual proporzione riscontra difficoltà per mancanza di personale e in un caso su 5 per cattiva organizzazione dei servizi. In aggiunta, non esiste ancora nel percorso di laurea del medico una formazione specifica sui temi della comunicazione e relazione.

"Siamo partiti dalla necessità di agire su aspetti cruciali, generati in parte da comportamenti individuali, in parte da carenze organizzative o disposizioni cieche. Tutto ciò - avverte Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva - rischia di trasformarsi in conflitti e contenziosi evitabili e che danneggiano la relazione e il successo delle cure. Per questo abbiamo realizzato un decalogo, per essere consapevoli dei rispettivi diritti e doveri, indicati nella Carta europea dei diritti del malato e nel Codice deontologico dei medici".

La campagna è promossa in collaborazione con associazioni di pazienti, esperti e oltre 20 tra organizzazioni di professionisti e strutture sanitarie. La campagna sarà diffusa online sui principali social network, e offline attraverso la distribuzione del materiale cartaceo di vademecum e decalogo che saranno disponibili presso le sedi del Tribunale per i diritti del malato e delle associazioni di pazienti coinvolte nella campagna, oltre che nelle strutture sanitarie e negli studi medici che aderiranno all'iniziativa.

 


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