Quaranta anni legge 180, 20 mln italiani curati fuori da manicomi
Quaranta anni legge 180, 20 mln italiani curati fuori da manicomi

Società italiana di psichiatria: "Ancora molti i punti da risolvere" 

Sono passati 40 anni dall’approvazione della legge 180, meglio nota come legge Basaglia, e "con una proiezione retrospettiva, sono stato circa 20 milioni gli italiani curati e seguiti senza bisogno di manicomi". È il dato presentato oggi dalla Società italiana di psichiatria (Sip) in occasione, tra 3 giorni, dell’anniversario della legge Basaglia che ha sancito la chiusura dei manicomi in Italia.

"Una legge rivoluzionaria che ora deve fare però i conti con una diversa realtà - hanno spiegato gli psichiatri - Oggi i numeri delle malattie mentali sono complessi e in costante aumento (tra poco più di 10 anni sorpasseranno le patologie cardiovascolari e si posizioneranno al primo posto nel mondo secondo le stime Oms), ma sono anche più chiari di 40 anni fa. Un aumento che dipende non solo dalla comparsa di nuove patologie, ma anche dalla migliorata capacità e velocità di diagnosi, che consente di intervenire precocemente".

Al centro dell’attenzione di questo anniversario, restano però anche molti punti da risolvere, soprattutto legati alle risorse, "che lasciano - secondo la Sip - nonostante i numeri, l’area della salute mentale sempre ai margini rispetto ad altre branche della medicina. In base ai dati Oms rispetto ai Paesi Ocse (42) l’Italia è al 20esimo posto come numero di psichiatri per 100 mila abitanti, al 14esimo come psicologi e come infermieri. Quanto alla spesa per la salute mentale, l’Italia è al 20esimo posto in Europa".

"Dopo 40 anni - ha spiegato Enrico Zanalda, segretario nazionale della Società italiana di psichiatria e direttore del dipartimento di salute mentale dell’Asl Torino 3 - possiamo ribadire che il sistema dei servizi di salute mentale italiano, unico in Europa senza ospedali psichiatrici, è tra i pochi ad essere interamente appartenente al Sistema sanitario mazionale, e ha la legislazione più liberale in termini di limitazione della libertà individuale, tramite l’Accertamento sanitario obbligatorio (Aso) e il Trattamento sanitario obbligatorio (Tso). Anche dal punto di vista dei contenuti normativi - ha aggiunto - sul ricovero coatto in ospedale, la 180 non mostra l’età che ha e le procedure risultano tutt’ora moderne. Viene posta in evidenza la sola presenza della malattia mentale e non della pericolosità e vengono garantiti tre livelli di controllo: sanitario (due medici), amministrativo (sindaco) e giuridico (giudice tutelare)".

"Siamo convinti che il maggior merito di questa legge fu proprio quello di circoscrivere l’intervento psichiatrico forzoso alla patologia mentale, e non al comportamento 'pericoloso' - ha concluso - abolendo il concetto di 'pericoloso a sé o agli altri o di pubblico scandalo' che caratterizzava il precedente ricovero coatto in manicomio. Ha inoltre escluso dal procedimento attuativo la necessità dell’intervento delle forze di pubblica sicurezza".

 


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