Nove mln italiani ingannati da 'bufale', al via campagna Fnomceo
Nove mln italiani ingannati da 'bufale', al via campagna Fnomceo

Gli Ordini dei medici contro fake news, dal 14 maggio nelle città manifesti 6 metri per 3 

Le 'bufale' fanno male alla salute di molti italiani. Sono quasi 9 milioni (8,8), infatti quelli che ogni anno 'ci cascano', con danni, oltre che medici, anche economici. A tracciare il quadro (in base ai dati della ricerca Censis Assosalute 2017) la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoriatri (Fnomceo), che oggi lancia ufficialmente la sua campagna contro le fake news 'Una bufala ci seppellira', presentando a Roma i manifesti 6X3 che dal 14 maggio saranno affissi nelle città italiane: epitaffi su lapidi (come ad esempio 'Non mi hanno vaccinato per paura dell’autismo' oppure 'Ho curato il cancro con il bicarbonato di sodio') e un invito: 'Diffidate delle bufale sul web. Chiedete sempre al medico'.

Un fenomeno quello delle fake news, diffuse soprattutto in rete, che preoccupa molto i camici bianchi visti anche i numeri, crescenti, delle possibili vittime. Sono infatti 15 milioni gli italiani che, in caso di piccoli disturbi, cercano informazioni sul web. Tendenza sempre più diffusa tra i giovani: il 36,9% dei millennials usa autonomamente il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi. E sono ben 3,5 milioni i genitori che si sono imbattuti in indicazioni mediche sbagliate in rete. Anche perché le fonti di informazione sul web non sempre sono autorevoli: nel 17% dei casi si tratta di siti web generici sulla salute, nel 2,4% di social network e solo nel 6% si tratta di siti istituzionali.

I canali web pesano sempre di più come punto di riferimento per l’informazione in materia di salute. Se infatti il medico di medicina generale è la fonte nel 53,5% dei casi e il farmacista nel 32,2%, ormai seguono a breve distanza i canali web (28,4%). Da qui la decisione della Fnomceo di avviare una campagna 'forte' per sensibilizzare i cittadini e ricordare che il medico deve mantenere un ruolo centrale rispetto al tema salute proprio a garanzia della sicurezza del paziente. "Abbiamo scelto una campagna shock - spiega Filippo Anelli, presidente Fnomceo - perché vogliamo far comprendere i pericoli spesso sottovalutati cui il cittadino va incontro nel momento in cui si affida a fonti non autorevoli per decidere della propria salute. Gli Ordini dei medici sono garanti della salute pubblica come bene per tutta la società ed hanno quindi il dovere di intervenire per informare e sensibilizzare i cittadini rispetto ad atteggiamenti che ne minano il benessere".

Per Anelli "occorre ricostruire quel rapporto di fiducia medico-paziente che è stato fortemente indebolito dall’aziendalizzazione della sanità". Ma anche da mutamenti culturali generali. "L’accesso sempre più facile all’informazione ha creato l’illusione di un sapere alla portata di tutti e ha indotto un pregiudizio verso le professioni intellettuali, che vengono sempre più percepite come superflue: a cosa serve un medico se posso trovare la terapia per una patologia digitandone il nome su Google? Questo lascia spazio ad atteggiamenti scettici nei confronti della scienza e delle terapie convenzionali e apre il campo a una medicina fai da te quando non a imbonitori e truffatori".

"Le crescenti aggressioni ai danni dei medici - sottolinea Anelli - sono una delle ultime conseguenze di questa complessa somma di fattori: medici visti come meri erogatori di servizi in una sanità-azienda, facile accesso all’informazione e scetticismo nei confronti del sapere certificato dagli esperti, svalutazione del ruolo sociale e dell’autorevolezza delle professioni intellettuali. Serve una sterzata decisa per riportare il diritto alla salute dei cittadini nelle mani di chi può tutelarlo al meglio, nelle mani dei medici".

I dati, in ogni caso, intercettano anche un bisogno reale: il 69% degli italiani vorrebbe trovare sui siti web e sui social network informazioni certificate sulle piccole patologie e sui farmaci. A questa domanda gli Ordini dei medici hanno provato a rispondere con un'iniziativa attiva già tre mesi: il portale Fnomceo 'Dottoremaeveroche', "che intende essere un punto di riferimento per i cittadini, offrendo informazioni certificate da un ampio comitato scientifico e smontando così le fake news che girano in rete".

 


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