Italia 'maglia nera' in digitale, nasce portale condivisione clinica
Italia 'maglia nera' in digitale, nasce portale condivisione clinica

Piattaforma informativa che vuole arrivare al superamento delle barriere informative 

L'Italia investe in sanità digitale un terzo della Gran Bretagna e la metà della Francia. Il nostro Paese è 'maglia nera' nella gara alla digitalizzazione del sistema sanitario. "Eppure il risparmio è possibile: secondo i dati dell'Osservatorio innovazione in sanità digitale del Politecnico di Milano, è stimato in almeno 6,8 miliardi di euro l'anno per le strutture sanitarie e in 7,6 per i cittadini". Lo ha affermato Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie, nel suo intervento alla presentazione del portale 'Clinical Knowledge Portal' o Portale della conoscenza clinica, piattaforma informatica che nasce dalla collaborazione tra medici. La piattaforma è stata presentata a Roma, al ministero della Salute, con la testimonial Carolyn Smith, danzatrice e coreografa di fama internazionale.

Per il lancio operativo, gli esperti internazionali che hanno contribuito alla realizzazione della piattaforma si riuniranno il 7 ottobre a Firenze per il convegno 'The clinical revolution'. Il portale "provvede alla normalizzazione e alla rappresentazione dello stesso dato clinico esattamente come il collega riconosce, registra e visualizza lo stesso concetto clinico. E' il superamento delle barriere informative'", sottolinea in una nota Dedalus Holding, la società che ha progettato il portale. Si inizia con la collaborazione con i medici infettivologi e con una malattia, la malaria. Un primo mattoncino per arrivare in futuro a coprire tutte le patologie più diffuse.

"La digitalizzazione in sanità, troppo a lungo considerata un lusso, è una strada obbligata perché il sistema pubblico abbia lunga vita - ha aggiunto Cricelli - Stretti tra invecchiamento demografico e risorse sempre più limitate, dobbiamo ripensare il processo clinico: la competenza si realizza nel rapporto con il paziente, ma la nostra professione deve poter attingere a tutte le fonti di conoscenza. I medici di famiglia sono tenuti a utilizzare il computer e ad avere una linea Adsl, per la registrazione e la trasmissione dei dati. Ben venga uno strumento che consenta l'interconnessione tra medici e l'accesso a dati utili per la decisione clinica".

"Ogni anno 90 mila persone affette da un tumore attraversano l'Italia per curarsi - ha ricordato Francesco Cognetti, professore straordinario di Oncologia medica all'Università Sapienza, direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell'Istituto nazionale Regina Elena di Roma - Il turismo sanitario oncologico costa alle famiglie migliaia di euro in termini di visite mediche, farmaci, viaggi e assistenza. Un portale che consenta di muovere dati e non persone, di condividere il processo clinico e di collaborare tra noi oncologi, può incidere su questi 'flussi migratori' migliorando qualità delle cure ed equità di accesso, risparmiando risorse pubbliche preziose e liberando tempo da dedicare al rapporto con il paziente".

"Abbiamo bisogno di un nuovo modello di assistenza sanitaria che permetta a tutti di essere curati nel modo migliore possibile, ovunque si trovino. Con questa piattaforma informatica - ha rimarcato Carolyn Smith - noi andiamo in ospedale solo quando è necessario, mentre i nostri medici possono chiedere consulti a colleghi anche a migliaia di chilometri di distanza. Vogliamo poter usufruire delle grandi opportunità che la Rete ci offre sia nella diagnostica che nella terapia, e vogliamo portare a casa, alle persone che amiamo, il tempo rubato alla malattia".

"I medici oggi usano spesso sistemi impostati per codificare e registrare dati clinici con approcci diversi. Il nostro portale mette in collegamento i modelli utilizzati, riducendo il rischio di interpretazioni errate - ha affermato Giorgio Moretti, presidente di Dedalus Holding - Il Ckp vuole rivoluzionare l'intero processo clinico, consentendo di pianificare azioni sul paziente e condividere linee guida e migliori pratiche. Un valore speciale del Ckp emerge nella ricerca: oggi i clinical trial sono un lavoro molto complesso. Le informazioni vengono spesso riscritte nel software, richiedendo un grande sforzo da parte dei medici e incidendo pesantemente sulla qualità dei dati".

"Grazie al Ckp - ha aggiunto Moretti - i medici possono recuperare le informazioni essenziali sui dati da raccogliere e le azioni richieste. Ultimo, ma non ultimo, le comunità cliniche propongono, votano e convalidano i casi d'uso clinico e i concetti clinici. Un medico può partecipare a diverse comunità cliniche: quella della sua società clinica, quella internazionale, una comunità dell'ospedale in cui lavora, la comunità di una scuola di pensiero specifica e così via. Grazie al lavoro delle comunità cliniche, Ckp può crescere e rimanere aggiornato. Il Ckp è il modo in cui i clinici possono finalmente cambiare il modo di prendersi cura delle persone".

 


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