In Italia 332 oncologie, 80% garantisce supporto psicologico
In Italia 332 oncologie, 80% garantisce supporto psicologico

Ma ancora troppo poche, il 65%, forniscono assistenza domiciliare 

Supporto psicologico solido in Italia per i malati oncologici. Nel nostro Paese sono attive 332 oncologie e quasi l'80% ha un servizio di aiuto psicologico. Ma ancora troppo poche, solo il 65%, garantiscono l'assistenza domiciliare. Una forbice che si allarga spostandosi lungo la Penisola: al Nord le cure domiciliari sono infatti assicurate dal 70% delle strutture rispetto al 52% del Sud. Nonostante queste criticità, sono significativi i passi in avanti fatti nella definizione dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali (Pdta), essenziali per garantire un'assistenza multidisciplinare: sono stati deliberati dal 73% delle strutture, per un totale di 798 documenti (in particolare per i tumori della mammella, colon-retto, polmone e prostata). I dati sullo 'Stato dell’Oncologia' nel nostro Paese emergono dal convegno nazionale organizzato oggi al Senato dall'Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).

"Vanno superate le differenze territoriali nell'assistenza - spiega Stefania Gori, presidente nazionale Aiom e direttore dipartimento oncologico, Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar - che ancora oggi alimentano le liste di attesa e le migrazioni regionali, costringendo una significativa percentuale di pazienti a spostarsi dal proprio domicilio. La svolta è rappresentata dalla reale istituzione delle reti oncologiche regionali, attive solo in Lombardia, Piemonte e Valle D'Aosta, Veneto, Toscana, Umbria, Liguria, Puglia e nella Provincia autonoma di Trento. La concreta realizzazione di questi network consentirà di migliorare i livelli di appropriatezza e di risparmiare risorse da utilizzare per velocizzare l'accesso ai farmaci innovativi".

Oggi, in Italia, il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. Il nostro Paese, se valutato nel complesso, presenta un quadro di sopravvivenza pari o superiore alla media europea. "È necessario migliorare il livello tecnologico dei centri - sottolinea Giordano Beretta, presidente eletto Aiom - sia in ambito diagnostico (radiologia e biologia molecolare) che chirurgico e radioterapico. Oggi, ad esempio, la radioterapia è impiegata nella cura del 60-70% dei pazienti oncologici e si stima che il suo fabbisogno in Europa aumenterà di oltre il 15% nei prossimi 10 anni. Anche l'assistenza domiciliare, in particolare quella palliativa, è insufficiente, nonostante i risparmi che ne deriverebbero. È stato dimostrato che, se fosse assicurata un'adeguata assistenza domiciliare e palliativa, la degenza in ospedale si ridurrebbe da 20 a 4 giorni, con un risparmio di circa 2.000 euro a paziente".

"Sul fronte dell'appropriatezza - aggiunge la presidente Gori - Aiom mette in campo molti strumenti: dal Libro Bianco dell'oncologia italiana, alle raccomandazioni cliniche e metodologiche, alle 37 linee guida, ai controlli di qualità nazionali per i test bio-molecolari, alle Raccomandazioni sull'implementazione del test Brca nelle pazienti. In particolare le linee guida, costantemente aggiornate, sono indispensabili per favorire l’appropriatezza prescrittiva sia dei trattamenti (farmacologici e non) che degli esami diagnostici e strumentali".

 


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