Il rapporto, troppe attese e rotazioni personale cure domiciliari
Il rapporto, troppe attese e rotazioni personale cure domiciliari

Cittadinanzattiva-Tdm, oltre un mese di attesa per farmaci indispensabili 

Assistenza domiciliare non per tutti e a rischio per qualità e quantità. E' quanto emerge dal rapporto di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato sull'assistenza sanitaria territoriale, presentato oggi a Roma, che rileva alcuni dati: in 2 casi su 5 i cittadini lamentano un'eccessiva rotazione del personale inviato a casa nonostante apprezzino disponibilità e professionalità degli operatori delle cure domiciliari.

Sempre lunghi poi i tempi per l’attivazione dei servizi a domicilio: 1 cittadino su 5 attende oltre 10 giorni. E capita ancora che 1 cittadino su 4 aspetti più di 30 giorni per materasso o cuscino antidecubito e letto articolato. Poco meno chi aspetta oltre un mese per traverse e pannoloni mentre più di 1 persona su 3 aspetta più di un mese per sollevatore o carrozzina. Più di 1 cittadino su 10 attende infine oltre un mese per avere farmaci indispensabili.

L'assistenza domiciliare viene erogata dai distretti monitorati secondo un sistema misto (51%). Solo il 41% dei distretti (o Asl) che ha esternalizzato i servizi ha interesse a sapere se ci sono aspetti su cui i cittadini non sono soddisfatti. Il piano personalizzato di assistenza è costruito col paziente nel 54% dei casi. E anche i contenuti del Piano assistenziale individuale non sono comunicate. Due pazienti su 5 non hanno informazioni su come prevenire o gestire le lesioni da decubito e 1 su 5 dichiara l’insorgenza delle lesioni dopo le cure domiciliari. Nell'80% dei casi non si è formati a gestire il dolore e in stessa misura non viene misurato dall’equipe di cura.

Se si ha bisogno di parlare con un professionista sanitario in orario diverso da quello della presenza a casa la reperibilità si concentra nella fascia oraria 7-14 e comincia poi a ridursi drasticamente dalle 14. Per questo più di 1 cittadino su 2 integra a proprie spese la badante per assicurare l’assistenza di cui ha bisogno. Oltre 1 su 10 tra gli intervistati spende più di mille euro al mese tra farmaci, integratori alimentari, badante, fisioterapista, materiale sanitario.

L’esperienza dei cittadini nei confronti dei professionisti che si recano a casa è nel complesso positiva: gli operatori sono descritti molto disponibili e gentili nel 51,5% e considerati chiari nelle loro comunicazioni nel 46,3%. Due persone su 5 vivono la rotazione dei sanitari che si recano a casa con un certo disagio. Tra le figure sulle quali i cittadini vorrebbero poter contare (assenti nelle cure domiciliari) spicca l'operatore sociosanitario (31,5%), seguito dal medico specialista (25%) e dallo psicologo (22,8%). Poco conosciuti (0,86%) i terapisti occupazionali.

Più di 1 paziente su 5 ritiene che l’assistenza domiciliare potrebbe essere migliorata con il coinvolgimento nella definizione del piano di assistenza (23,5%), la facilità di accesso al servizio (23,3%) e la possibilità di scegliere da chi farsi curare e seguire (22,5%). Necessario inoltre aumentare i minuti dedicati alla fisioterapia, migliorare il grado di tempestività nell’attivazione del servizio (1 cittadino su 5 ha atteso oltre 10 giorni e circa il 14% ha incontrato criticità nell’attivazione).

 


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