Fimmg a Governo, 3 mld in più nel Fondo per garantire cure
Fimmg a Governo, 3 mld in più nel Fondo per garantire cure

Scotti, "se fosse meno sarebbe del tutto insufficiente. Sappiamo bene come la malattia crei più povertà di qualunque altra azione di mancato investimento" 

"Se non si deciderà di investire in salute, bisognerà chiarire alla popolazione che potremo avere domani sicuramente meno poveri ma più malati. E sappiamo bene come la malattia crei più povertà di qualunque altra azione di mancato investimento. Ci attendiamo quindi un rifinanziamento di 3 miliardi del Fondo sanitario per stare al passo con gli altri Paesi Ue". Così Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, nella sua relazione al 75esimo Congresso nazionale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale in corso a Cagliari.

"Il fatto che sia stato deciso di alzare la soglia del deficit - osserva Scotti - dovrebbe generare la legittima aspettativa di un incremento significativo, essendosi 'rilassato' il vincolo finanziario. Possiamo, al momento, ragionare soltanto per scenari. Se il rifinanziamento fosse il miliardo di cui si è parlato, sarebbe inferiore all'1% del Fondo sanitario nazionale attuale e non solo sarebbe meno della metà di quanto richiesto dalle Regioni, ma sarebbe anche del tutto insufficiente per tenere il passo degli altri Paesi, allargando di conseguenza ancora la forbice. La crescita media nei Paesi dell'Europa Occidentale - evidenzia infatti il segretario - negli ultimi 10 anni è stata infatti superiore al 3% annuo e, se si confermasse ancora il trend, per stare al passo degli altri dovremmo attenderci un rifinanziamento di oltre 3 miliardi".

"D'altra parte - prosegue Scotti - l'obiettivo dichiarato del Governo è quello di perseguire tassi di crescita più elevati, peraltro necessari per sostenere macroeconomicamente la crescita del disavanzo. In tal caso va detto che, se il rifinanziamento della sanità fosse inferiore al tasso di crescita del Pil, si genererebbe anche una diminuzione dell'incidenza della sanità pubblica sul Pil, e questo non potrebbe che essere letto come un segnale di insufficiente impegno della politica per la sanità".

Secondo il segretario nazionale della Fimms, "l'altra questione essenziale è l'allocazione del rifinanziamento, quale che sia la cifra disponibile. Oggi le voci di spesa in competizione sono numerose: abolire i ticket, come è stato ipotizzato, assorbirebbe tutte o gran parte le risorse, anche nelle ipotesi più favorevoli. Considerando l'avvento delle terapie innovative e, in generale, dell'innovazione, la questione di fondo rimane quale sarà la parte dell'investimento riservato all'assistenza primaria. Non si deve dimenticare - conclude Scotti - che oggi rispondere ai nuovi bisogni di una popolazione longeva passa necessariamente per l'investimento nella presa in carico dei pazienti".

 


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