Controlli migranti in accoglienza, ecco la linea guida
Controlli migranti in accoglienza, ecco la linea guida

50 raccomandazioni da Inmp, Iss e Simm 

Dalla visita medica generale all’inizio del percorso di accoglienza, alle strategie per identificare in modo precoce tubercolosi o malaria, ai programmi di screening di Hiv, diabete, anemie. Fino all’offerta di un test di gravidanza per le donne in età fertile al momento dell'arrivo in Italia e delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate durante l'accoglienza. Sono alcune indicazioni della Linea guida per uniformare i controlli sanitari ai migranti, che fornisce 50 raccomandazioni sugli accertamenti da eseguire su profughi e richiedenti asilo intercettati dal sistema di accoglienza italiano.

Il documento 'Controlli sanitari all'arrivo e percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza’, elaborato nell'ambito del Programma nazionale Linee guida salute migranti, è sviluppato dall'Istituto nazionale salute migrazioni e povertà (Inmp) in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e la Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm). Presentata ieri alla Camera, la Linea guida è rivolta ai decisori, agli enti gestori dei centri di accoglienza e agli operatori sociosanitari e fornirà un pratico ausilio "a fronte dell'incertezza ed eterogeneità nei comportamenti adottati sul territorio nazionale".

All'elaborazione delle raccomandazioni ha lavorato un panel di esperti delle principali società scientifiche e istituzioni sanitarie nazionali e internazionali. E' stata seguita una "metodologia evidence-based - ha spiegato il direttore generale dell'Inmp, Concetta Mirisola - che ha previsto una ricognizione sistematica della letteratura biomedica sui temi d'interesse: 1.059 documenti reperiti e valutati criticamente". Sono state prese in considerazione le principali malattie infettive e diffusive (tubercolosi, malaria, epatiti B e C, Hiv, parassitosi, infezioni sessualmente trasmissibili) e alcune patologie cronico-degenerative (diabete, anemie, ipertensione, carcinoma della cervice uterina) la cui diagnosi precoce si associa a una riduzione degli esiti negativi per la salute e dei costi per il Ssn.

Alla luce delle evidenze emerse gli esperti hanno elaborato raccomandazioni di taglio clinico-organizzativo, incardinandole in un percorso che va dalla valutazione iniziale in fase di soccorso alla visita medica completa in prima accoglienza, fino alla presa in carico vera e propria nella seconda accoglienza. Prima della pubblicazione il documento è stato sottoposto a consultazione pubblica via web per favorire il confronto tra stakeholder e operatori sociosanitari. "La migrazione è un problema epocale che non può essere affrontato solo con la generosità. Ci vogliono rigore, metodologie e un approccio scientifico - ha aggiunto il presidente dell'Iss, Walter Ricciardi - Adesso dobbiamo consolidare i nostri risultati e farli valere in ambito internazionale".

Alla Linea guida faranno seguito altri documenti evidence-based su temi relativi alla salute dei migranti, selezionati come prioritari a partire dalle indicazioni dei rappresentanti regionali della rete nazionale coordinata dall'Inmp, e di esperti del settore. "L'insieme di tali documenti e raccomandazioni - conclude il ministero della Salute - concorre alla definizione delle politiche pubbliche a tutela della salute dei migranti in un'ottica di evidence-based public health e alla diffusione di modelli clinico-organizzativi che garantiscano appropriatezza e continuità delle cure".

Per il direttore generale Prevenzione del ministero Ranieri Guerra, la linea guida "colma un vuoto" dal momento che "più partner devono collaborare sin dallo sbarco per garantire un percorso coerente. Ma anche la salute mentale va gestita in modo chiaro, in questo momento è un'area di nessuno". "Ci troviamo su un terreno scivoloso e dobbiamo tutelare chi non ha voce - ha sottolineato il presidente della Simm, Maurizio Marceca - La linea guida ha anche l’obiettivo di garantire un’accoglienza dignitosa. Siamo in grado di promuovere la salute delle persone ogni volta che riusciamo a promuoverne la dignità".

 


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