Ricerca: Cutolo, nel 2015 Eular a Roma, sindaco medico ci fa ben sperare

Nuovo presidente Lega europea contro reumatismi, mostriamo il nostro volto migliore 

Madrid, 13 giu. (Adnkronos Salute) - "La crisi economica c'è, e si sente, ma dobbiamo sfruttare questa occasione per darci da fare. Anche per questo sono fiero di annunciare che il Congresso europeo di reumatologia nel 2015 si terrà a Roma. Noi italiani siamo nella 'top-four' quanto ad abstract e lavori presentati al meeting Eular negli ultimi 4 anni, e spero che questo appuntamento dia lustro alla nostra ricerca. Mi auguro anche che le autorità della Capitale capiscano l'importanza di ospitare i migliori scienziati al mondo in questo campo, e ci aiutino a presentare il nostro volto migliore. E il fatto che il nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino, sia un collega che ha anche lavorato all'estero mi fa ben sperare". E' carico di entusiasmo il nuovo presidente di Eular (Lega europea contro i reumatismi), l'italiano Maurizio Cutolo dell'Università di Genova, che dal 15 giugno sostituisce Maxime Dougados alla guida della Lega europea.

"Da medico e da genovese faccio a Marino i migliori auguri, e spero che ci aiuti a mostrare il meglio del nostro Paese", confida Cutolo all'Adnkronos Salute. Fra le sue priorità, il neo-presidente sottolinea l'importanza di finanziare la ricerca in questo campo. "Sono un presidente con la 'sporta': la nascita dell'European Rheumatology Research Foundation punta proprio ad attrarre fondi, prima da privati poi dal pubblico, per dare benzina agli studi in reumatologia. Oggi Eular riunisce 98 gruppi tra società scientifiche (45), associazioni di pazienti (36) e di operatori sanitari (17). Ebbene, punto ad arrivare a 135 per 'abbracciare' tutte le comunità attive in questo campo".

Altro impegno nell'agenda di Cutolo, quello a livello del Parlamento europeo. "L'Ue investirà molto nella ricerca e nelle malattie croniche. Il mio obiettivo è far sì che le patologie reumatiche non siano dimenticate. Si tratta di 150 condizioni croniche, tra cui alcune orfane di trattamenti. Il mio compito - spiega - è cercare di convincere l'Europa a investire nel trattamento delle infiammazioni croniche anche per evitare che evolvano e portino ad altre malattie, mortali, come ictus e tumori. In questi ultimi anni l'Italia della ricerca ha mostrato una grande vivacità, mi auguro che questo percorso continui e si consolidi", conclude.

 


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