Pubblicato documento con direttive per standard qualità 

Roma, 27 gen. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Diagnosi e trattamento mininvasivo, raro utilizzo dell'anestesia generale, tempi di ricovero estremamente brevi e minori disagi del paziente. Sono i principali fattori che hanno permesso l'affermazione della radiologia interventistica. Un'analisi del ministero della Salute su 52 centri italiani di questa specializzazione ha monitorato, per l'individuare dei criteri d'appropriatezza, l'attività svolta. Oggi a Roma è stata presenta la pubblicazione 'Quaderni della salute' dedicata proprio alla radiologia interventistica. Un volume che raccoglie i dati dello studio e le direttive che le Regioni potranno far proprie per implementare o migliorare i centri sul territorio.

"Sono stati censiti 52 centri in tutta Italia - spiega Giovanni Simonetti, direttore scientifico della pubblicazione e del Dipartimento di diagnostica per immagini e radiologia interventistica dell'azienda ospedaliera universitaria Policlinico universitario 'Tor Vergata' di Roma - valutando: l'attività svolta, il personale dedicato, le strutture e le tecnologie. Mediamente una struttura fa dai 2.500 ai 3.000 interventi l'anno. Quando un dipartimento di chirurgia lavora su altri numeri: 1.500 - 2.000. Quindi - avverte Simonetti - un centro di radiologia interventistica fa circa il 60% in più di operazioni di un omologo di chirurgia".

L'attività della radiologia interventistica può riguardare la terapeutica vascolare quindi: la carotide,l'aorta, le arterie viscerali, il salvataggio dell'arto nel piede diabetico. Poi c'è la parte extra vascolare con campi d'applicazione come: quello osteoarticolare, i crolli vertebrali e la parte oncologica. "Ora con questo documento approvato dal ministero - conclude l'esperto - diamo un indirizzo alle Regioni e permettiamo alle strutture di rispondere a delle caratteristiche strutturali e tecnologiche omogenee e condivise".