Ricerca: picco stressati dopo Maratona Boston, colpa 'overdose' immagini su media

Si può essere 'vittime' anche indirettamente, seguendo tragedie in tv o web 

Roma, 9 dic. (Adnkronos Salute) - (Embargo ore 23.00) La copertura televisiva e sul web dell'attentato alla maratona di Boston del 15 aprile scorso, quasi in tempo reale e poi nelle ore successive, ha provocato un picco di casi di sindrome acuta da stress. Secondo lo studio dell'Università della California, pubblicato su 'Proceedings of the National Academy of Sciences', in molti casi passare sei o più ore al giorno 'incollati' ai media a seguire una tragedia, come appunto la Maratona di Boston, è legato ad una maggior prevalenza (9 volte più alta) di sintomi acuti di ansia e stress rispetto a chi ha avuto un'esposizione mediatica minima (meno di un'ora al giorno). I sintomi, poi, crescevano ad ogni ora aggiuntiva d'esposizione ai 'bombardamenti' dei media, vecchi e nuovi.

"Siamo rimasti molto sorpresi di osservare come il grado di esposizione ripetuta ai media che raccontavano in diretta il tragico attentato alla Maratona di Boston si è dimostrato fortemente associato ai sintomi di stress acuto anche dopo l'evento - afferma Alison E. Holman, autore della ricerca - abbiamo il sospetto che ci sia un rapporto tra l'esposizione ripetuta a immagini e suoni violenti attraverso i media e lo sviluppo indiretto, soprattutto nelle persone vulnerabili, di una risposta ansiogena acuta". I ricercatori hanno esaminato un campione della popolazione americana di 4.675 adulti in un periodo di 2-4 settimane dopo la maratona di Boston. Hanno poi valutato le risposte allo stress acuto, il grado di esposizione diretta e indiretta all'attentato alla maratona.

L'indagine sembra aver sfatato la famosa 'cura Ludovico', rappresentata nel film di Stanley Kubrick 'Arancia Meccanica', dove il violento Alex veniva rieducato costringendolo alla visione di immagini crude e atroci arricchite della nona Sinfonia di Beethoven. "Ci sono prove crescenti che assistere a video di eventi traumatici può innescare 'flashback' e incoraggiare il condizionamento alla paura, senza nessun effetto libera", precisa la ricerca. (segue)

(Adnkronos Salute) - Lo studio mette in discussione anche l'ipotesi su come le persone reagiscono ai traumi collettivi, basata sul fatto che gli individui devono essere direttamente esposti in prima persona all'evento, come stabilito dall'ultima edizione del manuale Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (Dsm5), "che esclude specificamente - osservano gli scienziati - l'esposizione basata sull'overdose mediatica come potenziale innesco di risposta ai traumi. I nostri risultati ci dicono il contrario".

Infine, gli autori dello studio hanno sottolineano che nel loro lavoro non c'è mai stata la volontà di minimizzare il punto di vista di chi ha vissuto di persona alcuni recenti eventi drammatici (come l'11 Settembre) ma piuttosto quello di evidenziare come anche l'esposizione indiretta (via tv, internet o radio), può provocare danni o disturbi. "Perché le persone - sottolinea lo studio - non si rendono conto di quanto possa essere stressante l'esposizione indiretta a morti e sangue sui media. E su questo rischio servono ulteriori approfondimenti".

 


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