Pediatria: nei maschi pubertà anticipata, 'sfuggono' a cure specialista

Mele (Simpe), malattie sessualmente trasmesse rimangono nascoste 

Capri, 12 apr. (Adnkronos Salute) - Oggi la pubertà sempre più precoce dei giovani maschi sta mettendo in difficoltà il lavoro dei pediatri italiani. "Rispetto al passato, ora le fasi della pubertà e poi dell'adolescenza sono anticipate anche a 12 anni. Questo crea una sacca di giovani tra i 14-18 anni che sfuggono alle cure del pediatria, che di norma li segue fino ai 16 anni. Ragazzini che si sentono in imbarazzo ad andare dal pediatra dove trovano lattanti e bimbi. Così non ci vanno proprio e alcune patologie, come le malattie sessualmente trasmesse sempre più diffuse tra i giovanissimi, rimangono nascoste". Ad affermarlo all'Adnkronos Salute è Giuseppe Mele, presidente della Società italiana medici pediatri (Simpe), a margine del lancio oggi a Capri della prima Settimana nazionale dell'acquaticità, in collaborazione con il ministero della Salute.

"I pediatri devono attrezzarsi a questo cambiamento - suggerisce Mele - perché oggi l'ambulatorio è organizzato per i lattanti, ma andrebbe rivista l'organizzazione delle strutture sul territorio per venire incontro alle esigenze di questi bambini che diventano presto adolescenti e hanno necessità diverse dai più piccoli. L'eliminazione della visita di leva - osserva l'esperto - ha comportato la perdita di una fase di screening importante per chi si affaccia nel mondo degli adulti. Un esempio sono le malattie sessualmente trasmesse: metà degli adolescenti si dice pronta ad avere il primo rapporto a 12 anni senza nessuna precauzione - ricorda Mele - Una scelta che pone tutta una serie di domande su chi ne segue l'informazione e intercetta l'educazione a comportamenti che possono ridurre il rischio di contagio. I pediatri possono farlo - conclude - anche in collaborazione con i medici di famiglia, ma devono essere messi in condizione di lavorare al meglio".

 


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