Tumori: robot chirurgo anche per i farinolaringei, ripresa più rapida

L'otorinolaringoiatra Spriano, al Regina Elena Roma usato in 10% interventi 

Milano, 22 mag. (Adnkronos Salute) - Interventi più precisi, possibili anche in zone irraggiungibili dal 'vecchio' bisturi. Ma soprattutto una ripresa più rapida del paziente dopo l'operazione. Il robot chirurgo è un valido alleato anche dell'otorinolaringoiatra, in particolare nella terapia dei tumori farinolaringei. A descriverne i vantaggi è Giuseppe Spriano, direttore della Divisione di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale dell'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma e membro della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sioechcf), in vista del Congresso che la Sioechcf organizza a Bari dal 23 maggio. Solo al Regina Elena, nell'ultimo anno e mezzo sono stati 27 gli interventi di questo tipo in chirurgia robotica: un numero in aumento. In media sono "20 all'anno - precisa Spriano - ovvero il 10% degli interventi su tumori faringolaringei".

Il principio della chirurgia robotica, ricorda l'esperto, è quello di "infilare le braccia del chirurgo nel corpo del paziente, comandandole a distanza. In pratica, il chirurgo sta ad una consolle e controlla 3 braccia: su un braccio è montata una telecamera 3D che permette la visione, mentre gli altri 2 hanno all'estremità 2 piccole mani articolate che riproducono i movimenti delle mani del chirurgo. Queste 3 braccia vengono inserite nella bocca del paziente", con vantaggi molteplici: "Innanzitutto - spiega Spriano - attraverso la telecamera l'occhio del chirurgo entra nella bocca del paziente, e il sistema di eccellente illuminazione, con la possibilità di muovere e ruotare il braccio che sostiene la telecamera, consente al chirurgo di vedere meglio e soprattutto le zone nascoste alla visione diretta".

Inoltre, le micro-mani posizionate sulle altre 2 braccia del medico-robot permettono di eseguire praticamente tutti i movimenti che le mani umane potrebbero fare all'esterno, ma in una zona molto stretta come la gola. Rispetto al laser, che può trattare solo lesioni in linea con l'asse visivo, la robotica consente poi di "vedere dietro l'angolo - dice Spriano - di eseguire manovre chirurgiche più varie, e ora è anche possibile montare una fibra laser su una delle mani del robot avendo anche i vantaggi del laser". La robotica, insomma, arriva dove la chirurgia tradizionale non può accedere e va usata proprio in questi casi, puntualizzano gli esperti. Senza abusi, anche perché è molto costosa. "Il costo del robot è elevato (più di 2 milioni di euro) - conferma lo specialista - e si devono aggiungere i costi della manutenzione e dei dispositivi monouso. Ma il beneficio per il paziente da solo giustifica la spesa", assicura Spriano: "La ripresa della deglutizione e della fonazione è più rapida. E anche la degenza è più breve, e questo deve essere tenuto in conto perché si contrappone al costo del robot".

 


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