Medicina: Italia cenerentola Ue per impianti udito, obiettivo +15% in 2 anni

Nel nostro Paese 8 mln di persone con problemi, nuove linee guida Sapienza 

Roma, 16 mag. (Adnkronos Salute) - Circa 8 milioni di persone nel nostro Paese presentano un disturbo dell'udito più o meno grave. Un numero che corrisponde al 18% della popolazione italiana. Di questi, il 27% soffre di una ipoacusia grave o profonda. Si stima inoltre che ogni 1.000 nuovi nati, uno presenti una ipoacusia profonda, che equivale a circa 200/250 neonati all'anno. Le cause principali della sordità differiscono in base all'età: nei bambini il 60% dei disturbi dell'udito sono di natura genetica mentre nell'adulto le cause principali sono quelle infettive e professionali.

Nel nostro Paese vengono applicati ogni anno circa 15 impianti cocleari per milione di abitanti, mentre in altri Stati europei come la Germania e la Francia questo numero sale a 20-25. L'estensione delle indicazioni all'uso di questi dispositivi, includendo anche le sordità asimmetriche (più gravi da un orecchio, meno gravi dall’altro) e le Ssd (Single Sided Deafness, che colpiscono un solo orecchio) potrà portare, in una previsione a 2 anni, a un aumento, almeno per quello che riguarda gli Stati europei più evoluti Italia compresa, del 15% degli impianti. Se ne è parlato al convegno 'Le nuove indicazioni dell'impianto cocleare' alla Sapienza università di Roma.

"Fino a oggi, in molti casi - afferma Roberto Filipo, professore ordinario di Otorinonolaringoiatria al Dipartimento Organi di senso della Sapienza Università di Roma e presidente del convegno - si sono utilizzate esclusivamente le protesi acustiche, che non sono altro che 'amplificatori' dell'udito residuo". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Il loro limite, quindi - prosegue Filipo - è strettamente correlato al danno anatomico: più si aggrava, più si perde la capacità di modulare la sensazione uditiva, alcuni suoni diventano troppo intensi e la parola viene percepita in modo distorto. Le più recenti tecnologie legate all'impianto cocleare permettono di risolvere questo aspetto critico poiché, stimolando direttamente le terminazioni nervose, ripristinano in modo fisiologico la capacità percettiva, senza alcuna distorsione acustica".

"Rispetto ai nuovi trend l'Italia, considerando il rapporto di impiantati per numero di abitanti - fa notare - rimane oggi sotto la Francia e la Germania. Oggi nel nostro Paese si realizzano tra i 900 e i 1.000 impianti cocleari l'anno, mentre ci sarebbe bisogno di almeno un terzo in più di interventi. L'obiettivo quindi è quello di ridurre il gap con questi Paesi. Esiste infatti la possibilità di aprire a indicazioni innovative che rappresentano un importante futuro nel trattamento della sordità. Mi riferisco a pazienti che, in condizioni di ascolto ottimali - aggiunge l'esperto - traggono scarsi benefici dalle protesi e si trovano in grande difficoltà in ambiente acusticamente sfavorevole, come situazioni quotidiane in cui ci si trova frequentemente: scuola, strade, stazioni, ristoranti, locali affollati, meeting e riunioni".

"Questi pazienti - sottolinea - sono affetti da una perdita uditiva bilaterale che molti definiscono come sordità asimmetriche: in altri termini, sono quei casi in cui da una parte vi è una sordità medio-grave e dall'altra una sordità grave o grave-profonda. L'esperienza di ormai molti clinici e autori in questo campo ha risolto il deficit percettivo applicando dal lato migliore la protesi acustica e nell’orecchio contro laterale (il 'peggiore') l'impianto cocleare. L'aspetto innovativo in questo campo avviene non solo da queste indicazioni, ma anche dalla nuova possibilità che l'impianto dialoghi attraverso un sistema bluetooth con la protesi acustica". Oggi gli impianti cocleari hanno "raggiunto forme esteticamente quasi perfette attraverso la ricerca della massima miniaturizzazione possibile, anche grazie alla possibilità di nascondere il ricevitore in zone del capo al di sopra dell’orecchio, nascosto in mezzo ai capelli. Il nostro obiettivo è diffondere le nuove linee guida in primis fra gli otorinolaringoiatri e gli addetti ai lavori (audiometristi, audioprotesisti, logopedisti) e arrivare alla popolazione".

 


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