Estate: l'esperto, orecchio il tallone d'Achille per nuotatori e subacquei

Se l'acqua è contaminata alto rischio otiti 

Roma, 20 lug. (Adnkronos Salute) - Tuffi, lunghe nuotate o immersioni sott'acqua in paradisi tropicali possono nascondere un'insidia per nuotatori e subacquei: l'otite. Un vero tallone d’Achille per chi nuota in piscina o al mare e, ancora di più, per gli appassionati di apnea. "L'otite è un'infiammazione dell'epitelio del condotto uditivo esterno - spiega Luca Revelli, docente di fisiopatologia chirurgica dell'università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma - dovuta alla colonizzazione di microrganismi presenti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle piscine. All’inizio si manifesta con prurito all'orecchio e con modesta riduzione dell’udito. Nei casi più gravi - prosegue l'esperto - l'otite si accompagna a febbre e a una secrezione giallastra e purulenta, che si raggruma facilmente".

Ci sono diversi accorgimenti da tenere presenti per prevenire 'l'orecchio del nuotatore'. "Innanzitutto far controllare le orecchie - suggerisce l'esperto - se ci sono tappi di cerume che vanno rimossi prima di andare al mare. Evitare poi - aggiunge - le piscine e le spiagge sovraffollate, non utilizzare i tappi perchè l’acqua entra comunque e ristagna tra il tappo e il timpano, ed evitare di grattarsi le orecchie. Usare - infine - i cotton-fioc con parsimonia". (segue)

(Adnkronos Salute) - I consigli dell'esperto non finiscono qui. "Esistono diversi fattori predisponenti all'otite - avverte Revelli - tra questi l’umidità all'interno del condotto uditivo esterno, legata al clima e a una sudorazione abbondante. Ma anche l'impiego indiscriminato di cotton-fioc, che possono provocare microabrasioni, ottimo terreno di coltura per microrganismi. O la presenza di tappi di cerume e lo sviluppo di funghi e batteri nelle aree balneari" contaminate.

La diagnosi è abbastanza facile, ma per confermarla può essere utile un esame otoscopico. "Quando i 'colonizzatori' sono batteri - sottolinea l'esperto - la terapia di scelta è quella antibiotica, generalmente per bocca. Solo in casi particolarmente aggressivi può diventare necessaria una terapia per via intramuscolare. Se invece - precisa - l'infezione è dovuta a funghi, la terapia è essenzialmente locale con gocce antimicotiche".

Attenzione alle recidive, un problema molto frequente. Quindi ci vuole accortezza nella gestione della terapia che "dovrebbe durare almeno una settimana - precisa Revelli - facendo attenzione a non bagnare l’orecchio malato. Infine a guarigione completa - conclude - limitare il contatto con l’acqua del mare o della piscina".

 


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