Medicina: osteoporosi, rischio frattura per 1 donna su 3

Alimentazione ricca di calcio, sport e controlli per prevenirle 

Roma, 24 lug. (Adnkronos Salute) - Una donna su tre rischia una frattura nel corso della sua vita. Colpa dell'osteoporosi, un problema che porta alla perdita di massa ossea e rende fragile lo scheletro, più diffuso nelle femmine, il 35-40% ne soffre contro solo il 10% dei maschi. Lo spiega Andrea Fabbri, professore associato di endocrinologia all'università Tor Vergata di Roma che invita alla prevenzione anche le più giovani.

A differenza di quanto si crede, infatti, non si tratta di un problema solo delle anziane. Se è vero infatti che i disturbi, nella maggior parte dei casi, arrivano con la menopausa, "l'incidenza è legata alla quantità di massa ossea che una donna ha accumulato nel corso della vita. Quindi per curarla - prosegue lo specialista - bisogna incidere sugli stili di vita a partire dall'infanzia". Fondamentale una dieta ricca di calcio, l'attività fisica e controlli medici quando necessario. Ad esempio, "bisognerebbe assumere ogni giorno 800-1.000 milligrammi di calcio, una dose da aumentare a 1.500 milligrammi dopo la menopausa". Attenzione, inoltre, all’eccessiva perdita di peso. L'endocrinologo ricorda che "perdere il ciclo mestruale comporta una perdita di ossa, e un forte dimagrimento può far scomparire il ciclo come nel caso dell’anoressia nervosa".

Per prevenire l’osteoporosi non si deve quindi trascurare l’alimentazione, e per chi avesse problemi di colesterolo Fabbri consiglia una semplice e valida alternativa: le acque bicarbonato calciche a residuo fisso medio alto. "Diversi studi recenti - sottolinea l’endocrinologo - hanno dimostrato che la loro biodisponibilità del calcio è addirittura superiore a quella del latte e derivati, con valori di assorbimento pari al 40% della dose ingerita". (segue)

(Adnkronos Salute) - Sempre per prevenire l’osteoporosi, accanto a una dieta equilibrata si dovrebbe fare tanta attività fisica. "Una donna dopo la menopausa deve praticare almeno 30 minuti di sport al giorno - aggiunge il professore - magari all'area aperta, perché il sole stimola la produzione di vitamina D importantissima per le ossa". Per quanto riguarda i controlli l'esame principe per la diagnosi dell'osteoporosi è la Moc (mineralometria ossea computerizzata). "Rientra nella diagnostica per immagini, essendo una sorta di fotografia del calcio contenuto nelle ossa. In sostanza - chiarisce Luca Marino, direttore sanitario dei centri diagnostici Marilab di Roma - è un detettore che scorre su un lettino, come uno scanner, e legge la composizione ossea fornendo un risultato sulle quantità di calcio e di componente proteica presente nell’osso".

Una donna deve effettuare la Moc "prima della menopausa solo se ci sono fattori di rischio importanti causati da un’eccessiva magrezza, dall’assenza del ciclo da almeno sei mesi o, ad esempio, con l’anoressia nervosa. Deve invece controllarsi all’inizio della menopausa se in famiglia sono già presenti altri casi di osteoporosi, oppure se il soggetto in questione fuma, ha subito un eccessivo dimagrimento o ha fatto uso di cortisonici. In assenza di tali condizioni, elencate anche nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) - precisa Fabbri – il controllo va fatto dopo i 65 anni". Per quanto riguarda l’uomo, invece, "non c’è un momento preciso per fare la Moc. Bisogna prestare attenzione al manifestarsi di fattori di rischio quali una cura prolungata di cortisonici, l’ipogonadismo, un dimagrimento, le sindromi da malassorbimento e le malattie infiammatorie intestinali (celiachia, Crohn, ecc.)".

Possibili anche altre indagini, come delle analisi del sangue specifiche per verificare la presenza di vitamina D. "In Italia - puntualizza Andrea Fabbri - ne sono carenti 8 donne su 10, tanto che in Veneto è stata introdotta una sorta di vaccinazione autunnale per la somministrazione di una dose annuale di vitamina D. Una cosa a cui non si pensa ma molto importante per gli anziani che oltre a una carenza ossea presentano anche una carenza muscolare, e la vitamina D migliora pure i tessuti" Insomma, controllarsi è "importante - afferma ancora l’endocrinologo - perché nel nostro Paese un quarto delle donne o degli uomini con fratture al femore rischiano di morire per complicanze nell'anno che segue, mentre un altro quarto rischia di incorrere in un’ulteriore frattura". Per non parlare poi dei "costi sociali dell’osteoporosi, superiori a quelli previsti per le malattie cardiovascolari - conclude il professore - ecco perché bisogna predisporre degli interventi appropriati, atti a prevenire i rischi e a ridurre i costi".

 


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