Chirurgia: Roma, al S.Camillo protesi anca bilaterale in contemporanea

Protagonista una giovane francese da tempo su sedia a rotelle 

Roma, 16 apr. (Adnkronos Salute) - Raro intervento di protesi di anca bilaterale in contemporanea eseguito per la prima volta presso l'ospedale San Camillo di Roma. La paziente, una ragazza francese di 22 anni, è stata operata dall'équipe di Sandro Rossetti, primario del Dipartimento di ortopedia e traumatologia dell'ospedale San Camillo, supportato da Francesco Pallotta, ortopedico e responsabile del reparto di Ortogeriatria.

La donna, spiegano i sanitari, era da molto tempo costretta sulla sedia a rotelle a causa di una displasia alle anche che l'ha immobilizzata per lunghi periodi nel corso della sua vita. La giovane era stata operata otto anni fa all'anca sinistra presso il Centro universitario di Chirurgia ortopedica di Caen, in Francia. Ma l'intervento non aveva risolto le sue difficoltà nel camminare. L'unica speranza era rappresentata dalle protesi di anca. Così, dopo aver avuto numerosi consulti presso diversi ospedali, ha scelto il San Camillo, dove i medici dell'équipe di Rossetti l’hanno sottoposta all'intervento di chirurgia ortopedica.

"L'operazione è riuscita perfettamente - assicura Rossetti - L'intervento di protesi di anca bilaterale in contemporanea si esegue molto raramente. Il paziente di solito prima fa l'operazione a un'anca e poi dopo sei mesi all'altra. Ma noi non abbiamo avuto scelta - aggiunge - La nostra paziente, se operata solo a un'anca, non avrebbe potuto fare riabilitazione in attesa dell'intervento all'altra gamba perché non sarebbe stata in grado di muoversi. Viveva ormai sulla sedia a rotelle". (segue)

(Adnkronos Salute) - "Il San Camillo negli anni è diventato un centro di alta specializzazione e all'avanguardia nella Chirurgia ortopedica soprattutto nella chirurgia protesica dell'anca e del ginocchio - sottolinea Aldo Morrone, direttore generale dell'azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini - Ora abbiamo aperto la strada anche ad interventi come l'approccio bilaterale di protesi di anca in contemporanea, attraverso il quale si evitano al paziente i fastidi di un doppio intervento; inoltre intervenire in un'unica seduta porta non solo ad una contrazione dei costi ma anche dei tempi di riabilitazione".

"Le protesi utilizzate - aggiunge Rossetti - sono dette a conservazione di collo. Nascono per pazienti troppo giovani per affrontare un impianto protesico classico ma che, comunque sofferenti, non sono in condizioni di vivere una vita normale dal punto di vista relazionale. Nell'impianto protesico classico la testa e il collo del femore vengono sacrificati e vengono sostituiti con una struttura artificiale. Queste nuove protesi a conservazione di osso, invece, implicano una minore invasività e un minor sacrificio della componente ossea. Ciò permette al paziente ancora giovane di ricorrere alla chirurgia protesica tranquillamente, perché così potrà usufruire in futuro, se ne avrà necessità, di una protesi classica come se fosse un primo impianto".

 


Torna alle notizie di medicina / ortopedia