Sanità: Andi, calano pazienti, 52% dentisti prevede calo ricavi nel 2014

Indagine, 44% lavora meno del tempo disponibile perché clientela insufficiente 

Milano, 10 mag. (Adnkronos Salute) - I venti di crisi soffiano anche sugli studi dentistici. Sempre meno pazienti bussano alle porte e il risultato è che il 52,4% dei camici bianchi si aspetta di chiudere il 2014 con un calo di ricavi, mentre solo il 4,6% dei professionisti si aspetta un aumento. E' quanto emerge dall'indagine congiunturale 2014, condotta per il Servizio studi Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) da Aldo Piperno dell'università 'Federico II' di Napoli e presentata oggi a Cernobbio (Como), in occasione di un workshop di economia in odontoiatria.

Dall'analisi emerge anche un altro dato: il 44,2% dei dentisti lavora meno del tempo lavoro disponibile e il 95% di questi registra come motivo il calo di pazienti o comunque una clientela insufficiente. Quanto all'organizzazione del lavoro, l'84,2% dei dentisti esercita in uno studio monoprofessionale, il 58% di coloro che hanno uno studio esercita in un solo studio e la maggioranza degli odontoiatri che non ha un proprio studio collabora in uno o due studi (54,7%). Ancora: il 58% ha almeno un collaboratore odontoiatra e il 31% ha almeno un collaboratore igienista dentale. Le sfide che dovrà affrontare la professione? Per il 27,8% dei dentisti protagonisti dell'indagine congiunturale, la prima è "riorganizzare il lavoro di studio in modo più produttivo ed efficiente". Ma c'è anche un 21,1% che rileva la necessità di "Risparmiare nelle spese di studio". (segue)

(Adnkronos Salute) - Sul fronte delle famiglie, intanto, si evolvono i consumi, si fa i conti con personali 'spending review' e ci si adatta a nuove esigenze. Non solo: si evolve anche il rapporto con il welfare e gli italiani, sottolinea Francesco Maietta, responsabile delle Politiche sociali del Censis, "si sentono meno coperti". Per l'odontoiatria fare i conti con questa situazione, spiega l'Andi, significa "cercare soluzioni adeguate e praticabili, altrimenti è alto il rischio di lasciare il campo al low cost, a un'offerta di prestazioni a costi bassi non sempre e comunque garanzia di qualità".

Per Maietta bisogna guardare anche al fenomeno della "sanità integrativa che cresce". I numeri: "Ad oggi si contano 6 milioni di iscritti, 11 milioni di assistiti, circa 300 mutue iscritte all'anagrafe presso il ministero della Salute". Non solo: "8,9 milioni di cittadini si dichiarano favorevoli a destinare parte del proprio reddito a queste forme di sanità integrativa; 9,8 mln si dicono favorevoli all'introduzione di assicurazioni obbligatorie con opportune deduzioni". Le prestazioni che ci si aspetta dalla sanità integrativa? "Sono per il 52,3% visite specialistiche e diagnostica ordinaria, per il 42,7% cure dentarie, 22,8% farmaci, 21,5% interventi chirurgici odontoiatrici". Riposizionarsi nella crisi, conclude Maietta, "per l'odontoiatria vuol dire anche misurarsi la sanità integrativa, un'opportunità per affrontare la crisi di sostenibilità, per continuare a finanziare la qualità e sostenere la logica da premium economy senza lasciare campo libero al low cost sanitario".

 


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