Ricerca: cervello dei bilingue 'gira' in modo diverso

 

Roma, 19 mag. (Adnkronos Salute/Ats) - Il cervello delle persone bilingui non presenta una struttura particolare, ma è capace di sviluppare strategie differenziate a seconda del contesto nel quale è sollecitato. Insomma, è più flessibile: 'gira' in modo diverso. Lo dimostrano tre studi condotti dal Laboratorio delle scienze cognitive dell'Università di Friburgo. I lavori - che hanno portato al medesimo risultato - hanno coinvolto persone perfettamente bilingui delle regioni di Friburgo e di Berna, nonché pazienti affetti dal morbo di Alzheimer.

L'obiettivo era di comprendere l'organizzazione cerebrale del linguaggio, con un focus sul bilinguismo, indica oggi la squadra di ricercatori di Jean-Marie Annoni. La prima ricerca ha studiato l'influenza della lingua sulle strategie di lettura. I ricercatori hanno analizzato i movimenti oculari delle persone perfettamente bilingui francese/tedesco, alle quali hanno proposto un'ora di lettura di singole parole, prima in una lingua poi nell'altra. Alle parole vere i ricercatori hanno aggiunto termini senza significato. Risultato: in tedesco le persone spostano lo sguardo poco prima dell'inizio del termine, mentre in francese hanno la tendenza a farlo a metà della parola. Il ricorso a due strategie oculari diverse si spiegherebbe con il fatto che il tedesco è una lingua 'trasparente': ad ogni lettera corrisponde un suono. Il francese è invece una lingua 'opaca', nella quale una lettera può cambiare suono a seconda della sua combinazione con altre lettere. In francese è dunque necessario guardare l'intera parola prima di sapere come va letta. (segue)

(Adnkronos Salute) - Una seconda ricerca ha registrato l'attività cerebrale dei lettori. I risultati mostrano una differenza di circa 200 millisecondi nella rapidità con cui la parola è analizzata. Ciò lascia supporre che in tedesco la lettura sia più fonologica, mentre sarebbe più globale in francese, spiega l'ateneo friburghese. Una terza esperienza, di tipo clinico e condotta su malati di Alzheimer, ha permesso di dimostrare che la prima e la seconda lingua 'resistono' al tarlo della memoria in modo identico. Anche se con l'andare del tempo si manifestano differenze, non è possibile affermare in modo definitivo che una lingua sia più fragile dell'altra. Secondo Annoni "esperienze analoghe sono già state condotte in lettura sull'inglese e il cinese, ma è la prima volta che queste differenze sono analizzate per due lingue alfabeticamente e culturalmente così vicine e presenti in modo equivalente in una persona".

Questi risultati "non permettono solo di comprendere meglio il modo con cui il cervello si adegua al contesto". Secondo i ricercatori sarebbe anche possibile immaginare di adeguare le cure dei pazienti affetti da afasia. Inoltre i dati potrebbero portare a sviluppare nuove vie per favorire l'apprendimento. E' ad esempio già noto che la percentuale delle persone afflitte da dislessia sia più elevata nelle lingue 'opache', concludono gli autori.

 


Torna alle notizie di medicina / neurologia