Sanità: in Sicilia record dializzati, progetto pilota per assistenza integrata

 

Roma, 1 ott. (Adnkronos Salute) - La Sicilia ha più dializzati del resto d’Italia. Il 77% viene trattato in strutture private convenzionate, il 23% in quelle pubbliche. Solo il 4% ricorre alla dialisi domiciliare, contro il 10% della media nazionale. Per cambiare le cose, quattro province della Sicilia occidentale (Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani) si sono unite in un progetto originale in campo nefrologico: un percorso di assistenza integrata che, una volta validato, potrà essere esportato nelle altre province.

Il concetto di base, illustrato in un incontro a Valderice, è quello di mettere insieme medici di medicina generale, nefrologi del territorio e ospedalieri, per un percorso condiviso in favore di una più adeguata tutela del paziente affetto da insufficienza renale cronica, fare informazione e formazione dei pazienti in trattamento dialitico, spiegare che la normativa siciliana dà loro il diritto di potere effettuare il trattamento sostitutivo della funzione renale al proprio domicilio usufruendo anche di un contributo economico. Inoltre, portare avanti la tematica del trapianto di rene da vivente.

"Il modello che proponiamo, di lavoro integrato tra medici di medicina generale, nefrologi ospedalieri e del territorio, può dimostrarsi di grande rilevanza per il paziente. L’incontro di Valderice si è incentrato su due focus: trattamenti sostitutivi della funzione renale a domicilio e il trapianto di rene da vivente, per il quale la Sicilia è indietro", sottolinea Flavia Caputo, dirigente della Unità Operativa Complessa di nefrologia 2 con trapianto dell’Arnas Civico di Palermo. (segue)

(Adnkronos Salute) - Dal registro siciliano di nefrologia, dialisi e trapianto, emerge che il numero dei nuovi pazienti avviati al trattamento dialitico (sostitutivo della funzione renale) è annualmente superiore a quello della media nazionale, con una spesa annua che supera i 100 milioni di euro. In Sicilia, sono circa 5.000 le persone che si sottopongono a dialisi e intorno a 1.500 i candidati a ricevere un trapianto di rene, i pazienti in trattamento dialitico extracorporeo sono il 96% (contro il 90 del dato nazionale), mentre i pazienti in trattamento intracorporeo (dialisi peritoneale domiciliare) sono solo il 4%. L'assessorato regionale della Salute, tra i diversi decreti, dal 2009 al 2012, ha introdotto rilevanti elementi di innovazione.

Tra questi, appunto, un contributo in denaro in sostegno della dialisi domiciliare, a carico delle Aziende Sanitarie Provinciali, per agevolare le famiglie che aiutano il soggetto malato nella pratica della dialisi a casa, proprio nel tentativo di promuovere lo sviluppo dei programmi di dialisi domiciliare. In Italia questo approccio è stato adottato anche in Piemonte, dove a distanza di un anno si è visto un sostanziale incremento nel numero delle terapie domiciliari, mentre si sono ridotte di un terzo le spese di gestione della malattia da parte della sanità pubblica regionale. In Sicilia, le cose non vanno altrettanto bene.

"Purtroppo nella nostra isola la domiciliare non decolla. Nel 2010 in domiciliare c’erano solo 238 pazienti. Di certo, serve più informazione e formazione del paziente", osserva Lia Murè, dirigente del Servizio Programmazione Ospedaliera dell’assessorato della Salute della Regione Siciliana. Per poter usufruire del sostegno economico offerto dalla Regione per effettuare il trattamento dialitico a domicilio, è necessaria una valutazione da parte di un’apposita commissione istituita presso le Unità Operative di nefrologia e dialisi, ricordano gli esperti.

 


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