Salute: con dimissioni contro parere medico rischi per i pazienti

Disobbedire al camice bianco aumenta probabilità di un nuovo ricovero 

Roma, 26 ago. (Adnkronos Salute) - (EMBARGO ORE 18.00) I pazienti che lasciano l'ospedale contro il parere del medico hanno più probabilità di essere ricoverati di nuovo o di andare incontro a complicazioni anche fatali almeno per 6 mesi. A stabilirlo è lo studio dell'University of Manitoba (Canada) pubblicato sulla rivista 'Canadian Medical Association Journal'. Secondo Allan Garland, coautore del lavoro, "i potenziali meccanismi di queste associazioni sono direttamente correlati alla gravità delle malattie acute dei pazienti - osserva - che potrebbe essere vittima di patologie più aggressive o cure incomplete quando decide autonomamente di tornare a casa".

I ricercatori hanno esaminato per 20 anni (dal 1990) quasi 2 mln di soggetti che hanno avuto un ricovero e una successiva dimissione. L'obiettivo del lavoro era determinare i tassi di ricovero non pianificato in ospedale entro 30 giorni e i dati sui decessi entro 6 mesi dopo la dimissione. Ebbene, si sono verificati 21.417 (1,1%) casi di pazienti che hanno firmato per essere dimessi dall'ospedale contro il parere medico. Ma questi soggetti successivamente avevano un tasso tre volte più alto per un nuovo ricovero nel mese successivo. Inoltre, il 25% è tornato entro il giorno successivo e il 75% entro 2 settimane. "Le persone più anziane, di sesso maschile - precisa lo studio - e con un basso status economico, hanno avuto più ricoveri in ospedale negli ultimi 5 anni. Con una probabilità di decesso entro 90 giorni due volte e mezzo più elevata rispetto a chi ha rispettato il parere del camice bianco".

"Per quanto riguarda i pazienti 'disobbedienti' - sottolinea la ricerca - il dato relativo a un secondo ricovero e alla fatalità del decesso ha un andamento con un picco che resta elevato per almeno 180 giorni, per poi scendere". Il lavoro suggerisce che gli elevati livelli di rischio riscontrati dalla ricerca possono essere legati "sia alla malattia per la quale i pazienti sono stati ricoverati, che alle caratteristiche o ai comportamenti soggettivi - avvertono gli scienziati - che spesso si traducono in un scarsa aderenza alla terapia e in poca fiducia nei consigli del dottore ".

 


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