Salute: fama accorcia la vita, rischio per stelle spettacolo e sport

Studio Usa su 1.000 necrologi pubblicati su New York Times 

Roma, 17 apr. (Adnkronos Salute) - (EMBARGO ORE 01.15 DI DOMANI) Marilyn Monroe, morta suicida a soli 36 anni, amava spesso citare come "la fama è volubile. Regala gratificazioni e inconvenienti, io li ho sperimentati entrambi". Ora uno studio americano mette nero su bianco il rischio, per chi raggiunge il successo e la popolarità molto velocemente, di avere una vita più breve rispetto a chi non gode delle luci della ribalta. A stabilirlo è lo studio 'Death in the New York Times: the price of fame is a faster flame' firmato da Richard Epstein e Catherine Epstein del Clinical Informatics & Research Centre dell'ospedale St.Vincent di Sydney e pubblicato sulla rivista 'QJM: An International Journal of Medicine'.

Partendo dal presupposto che i necrologi pubblicati sul New York Times contengono spesso note biografiche sulla carriera del defunto, i ricercatori ne hanno analizzati 1.000 tra il 2009-2011 raggruppandoli per sesso, età, professione e causa di morte. E in quattro grandi categorie professionali: personaggi dello spettacolo e sportivi (tra cui attori, cantanti, musicisti, ballerini e atleti), artisti (scrittori, compositori e artisti visivi), mentre la terza categoria conteneva grandi affaristi, insieme a militari e politici. Infine, nell'ultima, i docenti accademici, liberi professionisti e religiosi.

Ebbene, la distribuzione per sesso dei necrologi del New York Times è risultata fortemente sbilanciata: (813) uomini e (186) donne. I decessi in età giovanile (77 anni) erano più frequenti nel gruppo personaggi dello spettacolo-sportivi, rispetto a quello degli artisti (78,5), dei docenti universitari (81,7) e dei militari-politici (83). (segue)

(Adnkronos Salute) - Quando gli autori hanno esaminato le cause delle morti precoci hanno scoperto che molte erano associate ad incidenti, malattie infettive (incluso l'Hiv) e alcuni tumori. In generale, poi, i decessi legati al cancro sono stati più frequenti nei personaggi dello spettacolo (27%) e negli artisti (29%), rispetto a docenti (24%), militare-politici (20,4%) e sportivi (18 %). La ricerca ha anche sottolineato come per i decessi legati al cancro ai polmoni, questo tipo di neoplasia era più comune tra attori, cantanti e musicisti (7,2%) e meno comune tra i professori universitari (1,4%).

Secondo Epstein "l'analisi retrospettiva 'una tantum' non può dimostrare niente, ma solleva alcune interessanti domande. Se è vero - suggerisce lo scienziato - che gli artisti di successo e gli sportivi molto popolari tendono ad avere una vita più breve, questo implica forse che la fama in giovane età può predisporre a comportamenti di salute meno virtuosi con le conseguenze negative in età avanzata, spesso dopo che il successo è svanito". Ma Epstein propone anche altre soluzioni: "Le sigarette, l'alcol o le droghe illecite - si chiede - sono abusi molto frequenti nel mondo dello spettacolo e possono essere considerati un aiuto a breve termine per le prestazioni di questi personaggi? Una di queste ipotesi - conclude - dovrebbe essere considerata come un avvertimento per i giovani che aspirano a diventare delle star".

 


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