Caldo: Afa insidia 'ghisa' e 'pizzardoni', agenti a rischio colpi calore

L'esperto, stress termico elevato, ma pericolo cancerogeno arriva dal sole 

Roma, 21 giu. (Adnkronos Salute) - Sotto un sole 'africano' a dirigere il traffico o evitare ingorghi e doppie file. E' il lavoro dei 'pizzardoni' o 'ghisa', come vengono chiamati a Roma e Milano gli agenti della polizia municipale, che può comportare più di un rischio per la salute, come i colpi di calori e gli svenimenti. Ma anche quello cancerogeno legato ai raggi Uv. "Gli agenti della municipale in strada in queste ore e in questi giorni stanno soffrendo molto l'afa. Ci sono zone delle grandi città, come Roma, Napoli e Milano, dove il 'mix' di caldo, smog e umidità è soffocante. Operare in strada a 40 gradi percepiti per sei ore è davvero estenuante". A lanciare l'allarme è Luigi Marucci, presidente nazionale Organizzazione sindacale delle polizie locali (Ospol), che all'Adnkronos Salute spiega quali sono le problematiche legate al caldo che fanno 'soffrire' gli agenti.

"Per chi lavora all'esterno durante l'estate è necessario fare una valutazione del rischio - sottolinea poi Fulvio D’Orsi, direttore del Presal Asl Roma C - prendendo in considerazione lo stress termico a cui sono esposti i lavoratori e quindi prevedere, ad esempio, degli orari dove l'esposizione è meno intensa o la possibilità di pause all'ombra. Quello che invece non è ben normato in Italia è il rischio cancerogeno (melanoma) delle radiazioni Uv naturali: non c'è una normativa specifica e chi lavora su strada è un bersaglio. Quindi - avverte D'Orsi - è meglio coprirsi bene il capo e le braccia, anche con l'afa".

Secondo Marucci "sarebbe opportuno dotare le cabine per i vigili urbani, che si trovano nei pressi dei grandi incroci, di condizionatori. A Roma si è iniziato a farlo - afferma - ma in altre città mancano. Poi dall'inizio della bella stagione molti sindaci mandano i colleghi a fare servizio in spiaggia senza la necessaria uniforme più leggera, maglietta e pantaloncini, ma con la divisa completa. A Napoli i giovani vigili non hanno la divisa ma la casacchina in poliestere fosforescente, che non fa traspirare e di certo con questo caldo non è il massimo". (segue)

(Adnkronos Salute) - "L'organismo - aggiunge D'Orsi - è predisposto a intervenire appena le temperature salgono. Si suda di più e si attiva la vasodilatazione. Ma questo può avvenire fino ad un certo punto, quando cioè questi meccanismi di salvaguardia non vanno in 'tilt'. Allora - precisa - la persona può andare incontro a uno svenimento o ad un tipico colpo di calore. Quindi meglio bere molto e, se possibile, fare pause frequenti all'ombra".

L'Istituto nazionale francese sulla sicurezza ha elaborato un diagramma che fornisce un'indicazione di pericolosità al sole per i lavoratori incrociando la temperatura dell'aria misurata con un semplice termometro collocato all'ombra nell'immediata vicinanza del posto di lavoro con la percentuale di umidità relativa misurata con l'igrometro. I ricercatori hanno stabilito, sulla base di queste indicazioni, che devono essere considerate a rischio quelle giornate in cui si prevede che la temperatura all'ombra superi i 30 gradi centigradi e/o l'umidità relativa sia superiore al 70%.

"Le amministrazioni comunali - rilancia Marucci - dovrebbero lavorare sulla medicina preventiva. I colleghi con alle spalle anni di servizio, lamentano diversi disturbi legati alle malattie professionali, che - conclude - in molti casi arrivando fino all'invalidità".

 


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