Università Udine, scoperti meccanismi di resistenza tumori a terapie
Università Udine, scoperti meccanismi di resistenza tumori a terapie

Ricerca finanziata con 170 mila euro dall'Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc), i cui risultati sono stati pubblicati su 'Nature Communications'. 

Aumentare l'efficacia della chemio e della radio terapia potrebbe essere possibile. La svolta proviene da uno studio effettuato dall'Università di Udine, che ha portato alla scoperta di nuovi meccanismi molecolari considerati possibili responsabili della resistenza delle cellule tumorali alla chemioterapia. Scoperta che potrebbe aprire nuovi scenari su possibili sviluppi di farmaci. Si tratta di una ricerca finanziata con 170 mila euro dall'Associazione italiana ricerca sul cancro (Airc), i cui risultati sono stati pubblicati su 'Nature Communications'.

La ricerca fa luce sul funzionamento della proteina Ape1, un enzima di riparazione del Dna, proponendone un nuovo ruolo nel processo di sviluppo e progressione della patologia. In particolare, Ape1 contribuisce sia al mantenimento della stabilità genomica, ma anche ai fenomeni di chemioresistenza in diverse forme tumorali, come quelli al seno, alle ovaie e il glioblastoma (tumore maligno del cervello), spiegano in una nota dall'ateneo.

Lo studio è stato condotto dal gruppo di ricerca del Laboratorio di biologia molecolare e stabilità genomica, diretto da Gianluca Tell, del dipartimento di area medica (Dame) dell'università friulana.

"Applicando alcune delle più moderne tecniche di analisi genomica e proteomica - spiega Tell - è stato possibile comprendere come la proteina Ape1 possa contribuire alla regolazione dell'espressione di geni coinvolti nei fenomeni di chemioresistenza. Inoltre, viene proposta per la prima volta una funzione biologica di questa proteina nel metabolismo dell'acido ribonucleico (Rna) attraverso l'interazione con numerose altre proteine coinvolte in questi processi metabolici con importanti implicazioni nello sviluppo tumorale".

Da alcuni anni, sottolinea Tell, "stiamo sviluppando nuovi composti in grado di interferire con le funzioni di questa proteina nelle cellule tumorali e questa scoperta ci aiuterà nell'ottimizzarne l'impiego per la medicina di precisione".

Il lavoro è dedicato alla memoria di Franco Quadrifoglio, preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell'ateneo udinese dal 1999 al 2005 e direttore del laboratorio di Biologia molecolare, "per le sue doti indimenticate - ricorda Tell - di stimato didatta e scienziato e di indimenticabile amico".

 


Torna alle notizie di medicina / medicina