Studio Italia-Usa riscrive l'origine della vita
Studio Italia-Usa riscrive l'origine della vita

Statale Milano-università Colorado, il meccanismo chiave dell'architettura del Dna non è una sua esclusiva 

Il codice genetico è più antico del Dna. Il meccanismo che determina l'architettura di quest'ultimo - ossia l'accoppiamento selettivo fra coppie di basi azotate (le 'lettere' che compongono la doppia elica), descritto da Watson e Crick nel 1953 - non è infatti una prerogativa esclusiva del Dna, bensì una proprietà insita nelle basi azotate stesse. Il loro appaiamento avviene cioè spontaneamente e la scoperta - pubblicata su 'Pnas' da scienziati di Milano e Stati Uniti - potrebbe arrivare a riscrivere, almeno chimicamente, l'orgine della vita. Gli autori del lavoro sono il team meneghino coordinato da Tommaso Bellini del Dipartimento Biometra dell'università degli Studi, e quello guidato da Noel Clark presso l'ateneo del Colorado.

L'appaiamento Watson-Crick per il quale le basi azotate, che sono i costituenti fondamentali degli acidi nucleici come Dna e Rna, si legano selettivamente - spiegano dall'università Statale - è alla base non solo della trasmissione del codice genetico, ma di innumerevoli metodi diagnostici e terapeutici, di biotecnologie e di nanotecnologie, e della nostra comprensione del mondo vivente e della sua evoluzione. Finora si pensava fosse una proprietà dei filamenti di Dna, nei quali le basi azotate sono chimicamente concatenate, ma il lavoro Italia-Usa dimostra che non è così: l'appaiamento Watson-Crick è una proprietà delle singole basi azotate.

Questa scoperta rafforza ulteriormente un'ipotesi sull'origine della vita che la collaborazione Bellini-Clark sta verificando da un decennio: "Se l'impilamento di coppie di basi azotate si forma spontaneamente, e non è l'effetto del loro legame chimico, ne può essere però la causa".

Uno dei principali misteri attorno all'origine della vita - ricorda l'ataneo milanese - è come possano essersi formati i primi biopolimeri, che sembrano richiedere una selettività impossibile da imputare alla formazione di legami chimici casuali.

Ebbene, "il formarsi spontaneo di colonne di coppie di basi tra loro chimicamente indipendenti, in cui queste piccole molecole vengono tenute insieme da forze fisiche, può avere favorito e guidato il formarsi di legami chimici che hanno trasformato queste colonne in vere e proprie doppie eliche di Dna o di Rna, le prime a comparire sul nostro pianeta".

Hanno preso parte allo studio nell'équipe di Bellini Tommaso Fraccia, ricercatore di Fisica applicata presso l'università telematica San Raffaele; Marco Todisco, dottorando in Biologia alla Statale; Giuliano Zanchetta, ricercatore di Fisica applicata della Statale.

 


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