Rischio protesi seno, un manifesto anti-fake news
Rischio protesi seno, un manifesto anti-fake news

Specialiste in chirurgia plastica e senologhe, 'niente allarme, il rischio linfoma Alcl è raro' 

Un manifesto in dieci punti per spazzare via la confusione e le 'fake news' che corrono su forum e social network sui rischi legati alle protesi al seno e allo sviluppo del linfoma anaplastico a grandi cellule (Alcl), un tumore raro che si sviluppa in prossimità dell’impianto mammario. L'allarme è ricomparso dopo i casi di protesi ritirare in Francia lo scorso anno. A realizzare il manifesto, 'Donna x Donna', presentato oggi a Roma sono le specialiste chirurghe plastiche e senologhe coordinate dalla onlus Beautiful After Breast Cancer Italia. Il manifesto è stato firmato da oltre 45 specialiste di tutti i centri senologici italiani.

"A circa una donna su 8 viene diagnosticato il tumore al seno nel corso della propria vita e circa la metà (47%) di queste donne prende in considerazione la possibilità di sottoporsi ad una ricostruzione mammaria - ricordano le firmatarie del manifesto - Alla già scarsa disponibilità di informazioni complete sulle opzioni disponibili della chirurgia ricostruttiva, ora si sommano nuovi allarmi che scatenano i dubbi delle donne. Una su tre è preoccupata per quello che sente e legge su questo tipo di problema". Il linfoma anaplastico a grandi cellule è una malattia molto rara. "In Italia il ministero della Salute stima 2,8 casi su 100.000 pazienti e complessivamente oggi nel mondo sono stati diagnosticati 573 casi su circa 35 milioni di protesi mammarie impiantate - spiegano - pertanto il rischio si rivela molto basso se paragonato al numero di protesi impiantate nel mondo nel corso degli ultimi decenni".

L’obiettivo del pool di donne medico è quello di dare le corrette informazioni sul linfoma Acld correlato "seppure raramente con le protesi per il seno", sottolineano le esperte. Il 16 ottobre si celebra anche il 'Bra Day 2019' (Breast reconstruction awareness Day), la giornata internazionale per la consapevolezza sulla ricostruzione mammaria, a cura di Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus insieme alla Società Italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva-rigenerativa ed estetica (Sicpre).

Il manifesto verrà distribuito nei prossimi mesi negli ambulatori e nelle sale d’attesa dei reparti di chirurgia plastica e nei centri di senologia, oltre che tramite i social e sui media. "Il documento è a cura di un comitato promotore, tutto al femminile, e lo stanno firmando moltissime colleghe chirurghe plastiche e senologhe che si uniscono a noi giorno per giorno per contribuire ad un’informazione esaustiva che supporti maggiormente le donne a fare scelte consapevoli e le inviti a non trascurarsi e a monitorare la propria salute, sempre", sottolinea Adriana Cordova, Ordinario di chirurgia plastica dell’Università di Palermo Policlinico Universitario Giaccone di Palermo.

Le senologhe e i chirurghi plastici di Beautiful After Breast Cancer Italia Onlus hanno risposto a 10 domande ricorrenti che spesso le pazienti sottopongono ai medici o nei social. Ad esempio, 'ho le protesi al seno, sono spaventata. Che rischio ho di contrarre il linfoma Alcl?'; a questa domanda gli esperti rispondono che "il rischio si rivela molto basso se paragonato al numero di protesi impiantate nel mondo nel corso degli ultimi decenni. E’ inoltre una patologia con un andamento clinico differente rispetto ai più comuni linfomi e la prognosi è generalmente favorevole se associata a una diagnosi precoce. Pertanto è indispensabile sottoporsi ai controlli delle protesi mammarie ogni anno - rimarcano - così come già raccomandato dal chirurgo di riferimento. I controlli vanno mantenuti costanti negli anni, perché questa patologia compare più spesso a lunga distanza dall’intervento, anche dopo 7-8 anni, pertanto è importante non dimenticare mai di effettuare i controlli previsti per tutta la vita".

Altra domanda a cui risponde il manifesto riguarda 'le indagini in più da fare per consentire una diagnosi precoce in caso di insorgenza di questa patologia'. "E’ necessaria un’ecografia mammaria all’anno per monitorare lo stato delle protesi, e con un radiologo dedicato alla senologia", spiegano gli esperti, precisando però che "la mammografia non fornisce indizi precisi su questa forma di patologia. L’ecografia è più specifica poiché può individuare un’eventuale raccolta fluida intorno alle protesi. La raccolta fluida costituisce, se di modesta entità, un fenomeno abbastanza frequente come reazione dell’organismo ad un corpo estraneo e può essere presente fin dalle prime fasi postoperatorie".

"Solo se il fluido compare a distanza di almeno un anno dall’operazione, è consistente e non è presente alcuna condizione di infiammazione, è necessario provvedere all’aspirazione del liquido stesso che va esaminato così come previsto dal percorso diagnostico e terapeutico dal ministero della Salute - evidenziano gli esperti - Va eseguita una accurata analisi colturale e citologica, inclusa la ricerca delle cellule CD30 di cui tanto si parla nei forum online,oltre a molti altri marcatori. È pertanto preferibile affidarsi ai centri di senologia detti anche 'Breast Unit'". Una panoramica più esaustiva del documento è disponibile sul sito www.beautifulafeterbreastcancer.it.

 


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