Medicina: a caccia dei 'sensori' antiobesità, studio Italia-Corea

Ricercatori università Cattolica 

Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - A caccia dei sensori molecolari antiobesità. E' la missione dei ricercatori dell'università Cattolica Policlinico Gemelli di Roma, che insieme a scienziati coreani stanno cercando di individuare le molecole che inducono le cellule adipose a non accumulare grasso in eccesso, ma a bruciarlo e che stimolano il senso di sazietà.

Il progetto - intitolato Crtc3 e p66shcA come nuovi sensori dei nutrienti coinvolti nella genesi della obesità e del diabete di tipo II - durerà in tutto tre anni e sarà coordinato, per la parte italiana, dal dottor Giovambattista Pani dell'Istituto di patologia generale della Cattolica. Il collega coreano, con alle spalle anni di ricerca negli Usa (The Salk Institute) e diverse pubblicazioni su riviste come Nature e Pnas, si chiama Youngsup Song, lavora attualmente all'Asan Medical Center e alla Ulsan University School of Medicine e sarà entro l'anno ospite dell'ateneo capitolino.

La ricerca prende le mosse dalla scoperta che due molecole, p66 (1,2) e Crtc3 (3), veicolano alle cellule adipose un segnale di 'sazietà', predisponendole all'accumulo di grasso e impedendo la sua combustione. Viceversa, quando le due molecole non ci sono, le cellule si sentono a digiuno e avviano la combustione dei grassi accumulati nell'organismo. L'équipe, dunque, sta cercando di capire in che modo lavorano le due molecole, se sono inserite in un 'ingranaggio' comune, come sembrerebbe essere suggerito da interessanti osservazioni preliminari, o se invece hanno due funzioni simili ma indipendenti. (segue)

(Adnkronos Salute) - Obiettivo del progetto è trovare "un modo per ingannare le cellule adipose - spiega Pani - facendo credere loro che l'organismo è a digiuno e ha quindi bisogno di una fonte energetica dall'interno". Quindi il messaggio ai depositi cellulari di grasso è che non c'è niente da accumulare, ma è ora di iniziare a smaltire l'eccesso.

In pratica, secondo i ricercatori, bloccando Crtc3 si mima l'azione del digiuno sul grasso, senza coinvolgere gli altri tessuti. "E' evidente che il 'circuito antigrasso' di cui siamo alla ricerca potrebbe divenire un bersaglio importante per farmaci contro l'obesità patologica e contro le sue conseguenze nefaste per la salute", conclude Pani.

Il lavoro è uno degli studi all'interno del Progetto di grande rilevanza del ministero degli Affari esteri in collaborazione con l'Asan Medical Center di Seul, Corea del Sud.

 


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